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Concessioni demaniali, Messuti: “Salvemini si dimetta”

“Abbiamo assistito in questi giorni, di fronte alla controversia inerente il rinnovo delle concessioni balneari, ad un comportamento da parte del sindaco Salvemini a mio modo di vedere non solo poco istituzionale ma addirittura di sfida rispetto allo Stato stesso che lui dovrebbe rappresentare.
Proprio in merito alle concessioni balneari, esiste una legge dello Stato, la 145 del 2018 che prevede la proroga fino al 2033 andando in controtendenza rispetto alla direttiva comunitaria. Oggi la posizione di Salvemini è una posizione quanto mai anomala  e contraddittoria, in quanto un sindaco di una comunità è ufficiale di governo all’interno di una comunità che amministra, e cioè l’immediata propaggine dello Stato nel territorio in cui esercita la propria competenza.
Nel momento in cui un sindaco si sottrae ad una legge dello Stato, sul presupposto che è intervenuta una sentenza del Tar e non è ancora intervenuta una  sentenza del Consiglio di Stato, sta eludendo una legge. Insomma, ad oggi – e secondo quello che ad oggi la legge ha determinato – è davvero paradossale la elusione di una legge dello Stato da parte di un ufficiale di governo. In questo caso la logica conseguenza – e lo dico all’uomo delle istituzioni –  dovrebbero essere le riflettute dimissioni.
Totalmente inappropriato è nascondersi e prendere tempo in attesa della sentenza del Consiglio di Stato: se passa il principio che è stato introdotto dal sindaco, vorrebbe dire legittimare il comportamento che ogni sindaco –  rispetto a una legge che non trova di proprio gradimento – non ne dà applicazione in attesa che ci sia il pronunciamento definitivo da parte dell’organo giurisdizionale di riferimento.
Una legge dello Stato, a prescindere dal gradimento, va applicata ed un minuto dopo – se ritenuta lesiva del proprio territorio – va impugnata.
Sono questi i passaggi cruciali istituzionali e legittimi l’interno di una sfera di comportamenti legittimi-istituzionali.
Detto ciò credo che il sindaco Salvemini, alla luce di una elusione della legge dello Stato (la numero 145 del 2018), debba inevitabilmente valutare (chiudendosi in una privata riflessione) l’ipotesi di dimissioni  per elusione di una legge dello Stato da parte di chi è insignito delle norme dell’apparato costituzionale quale Ufficiale di Governo.
So bene che adesso i supporters  del sindaco Salvemini prenderanno la mia analisi come un attacco al Re, ma da uomo di legge credo sia doveroso mandare un messaggio di chiarezza a chi nella legge crede ancora ed a chi nella giustizia vorrebbe ancora credere”.