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Cittadini al freddo e sotto la pioggia, sotto accusa le Poste di Surbo

SURBO – Una situazione divenuta insostenibile e intollerabile. E’ quella che si verifica ogni giorno nei pressi dell’ufficio postale di Surbo e che vede come protagonisti  – loro malgrado – i cittadini del comune dell’hinterland leccese. La  denuncia giunge direttamente dal sindaco di Surbo, Oronzo Trio, che dopo aver atteso invano risposte concrete da parte del direttore della filiale ha deciso di prendere carta e penna e di rivolgersi al prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio e per conoscenza al direttore generale delle Poste Italiane Matteo Del Fante, al direttore della filiale di Lecce Giuseppe Stanisci, al direttore della filiale di Surbo e al Ministero dell’Economia.

Nella missiva il primo cittadino sottolinea “l’insostenibile situazione che si viene a creare, ormai in modo sistematico, nei pressi dell’ufficio postale del mio Comune, in piazza Aldo Moro. Non è più tollerabile che l’utenza non abbia spazi idonei nei quali sostare e intrattenersi, in particolare durante i giorni di pioggia”. Una situazione che era già stata fatta presente al responsabile dello sportello di Surbo. “A distanza di oltre un mese – ricorda il sindaco – e nonostante le mie sollecitazioni al direttore di Surbo e l’impossibilità a contattare il responsabile  provinciale, non ho ricevuto il benché minimo cenno di riscontro, essendo stata la mia segnalazione del tutto ignorata”.

Un atto d’accusa in piena regola da parte del primo cittadino che intende tutelare soprattutto le fasce deboli della popolazione, donne e anziani, costretti a stare al freddo per ore prima di poter accedere allo sportello.

 

I disagi sono sin troppo evidenti. “E’ prassi consolidata – afferma Trio – in totale violazione delle regole sul distanziamento, il formarsi  di assembramenti, tanto all’interno quanto all’esterno  dei locali, anche a causa della estrema lentezza delle operazioni di sportello conseguente il numero assolutamente esiguo di operatori”. Da qui la richiesta al prefetto di Lecce per risolvere questa incresciosa situazione al fine di “ridurre al minimo il rischio di alimentare ed agevolare la diffusione del contagio”.