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Concessioni demaniali, bagarre politica e giuridica

LECCE –  “Una giunta comunale che si sostituisce al Parlamento nel disciplinare una norma è un fatto più unico che raro nella storia degli enti locali. Ci duole constatare che questo ennesimo triste primato spetta al comune di Lecce, che nell’adozione della deliberazione n. 342/20 del 11.11.20 in merito alla proroga delle concessioni demaniali marittime, si prende il lusso di disapplicare una norma nazionale per inventarsi una tempistica di sana pianta”. Il duro attacco al sindaco Salvemini è firmato dai consiglieri comunali di “Prima Lecce/Andare Oltre” Gianmaria Greco e Antonio Finamore e giunge ventiquattro ore dopo il pronunciamento favorevole dei giudici del Tar.

La questione è controversa ed è relativa alla proroga fino al 2033 delle concessioni demaniali stabilita da una legge dello Stato ma che – almeno secondo il primo cittadino leccese e del suo esecutivo – lascia adito a diverse interpretazioni. Non a caso la giunta di Palazzo Carafa nei giorni scorsi ha dato il via libera solo fino al 2023, per altri tre anni, quindi, ai titolari e gestori degli stabilimenti balneari del territorio comunale.

Ma c’è chi – tra i fedelissimi del sindaco – come l’avvocato Giuseppe Fornari, parla di “un vero e proprio garbuglio giuridico”. Un groviglio che andrà risolto “con una nuova legge come, lo stesso sindaco ieri ha auspicato. Non sarebbe utile indirizzare le proprie energie in questa direzione”. Una tirata d’orecchie nemmeno tanto velata al Pd che ha chiesto un incontro urgente a Salvemini per dipanare la matassa che rischia di avere ripercussioni significative anche nella maggioranza di Palazzo Carafa. “Soltanto il legislatore, di cui auspico come tutti un definitivo intervento – continua a ripetere il sindaco – potrà fugare i molti dubbi e ricomporre le  opposte interpretazioni, mettendo fine ad una vicenda complessa  che merita di trovare soluzione”.

Per i consiglieri di opposizione non esistono invece dubbi interpretativi: “La legge nunero 145/18 è molto chiara. Con essa il legislatore ha inteso prorogare di fatto la durata delle concessioni al 2033. Sulla scorta di ciò, numerosi comuni pugliesi, ad esempio Bari, Brindisi e Taranto, hanno provveduto a deliberare l’estensione del termine secondo quanto stabilito dalla legge. Gli enti inadempienti, tra i quali il comune di Lecce, hanno invece ricevuto una diffida dalla Regione per provvedere quanto prima ad adeguarsi alle normative vigenti. Nonostante questo le imprese balneari operanti sul territorio di Lecce che hanno chiesto di ottenere una proroga delle concessioni sino al 2033, secondo quanto stabilito dalla legge n. 145/18 hanno ricevuto come risposta un diniego”. “Con la deliberazione numero 342/20 – si legge ancora nella nota di Greco e Finamore – la Giunta Comunale ha esplicitato di non aver provveduto al rilascio delle proroghe in quanto tali provvedimenti sarebbero stati in contraddizione con alcuni pronunciamenti comunitari, salvo poi decidere in merito sulla scorta di un parere legale di un professionista incaricato”.

Il gruppo consiliare “Prima Lecce/Andare Oltre” ha presentato una mozione ad hoc da discutere nel prossimo cionsigio comunale “per per permettere ai consiglieri di ripristinare il corretto percorso istituzionale smarrito dalla Giunta”. E “per evitare che si arrivi ad ulteriori contenziosi”.

Certo, la materia resta complessa (basta guardare i pronunciamenti dei vari organi giudiziari) ma sullo sfondo resta un interrogativo che merita risposta. E’ quello posto dall’avvocato Federico Massa, politico di lungo corso: “E’ possibile immaginare un paese nel quale ogni Amministrazione Comunale pretenda di decidere quali leggi si applicano e quali no?”.