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Covid e inquinanti ambientali: presentato lo studio italiano

Il professore Mauro Minelli, Immunologo – referente sud Italia della Fondazione medicina personalizzata, e la professoressa Antonella Mattei, ricercatrice di Statistica Medica presso il Dipartimento di Medicina Clinica Università dell’Aquila, lo scorso 24 novembre hanno presentato al Ministero della Salute nella persona del dottor Stefano Lorusso, uno studio osservazionale condotto in Italia sulla possibile associazione fra tassi di incidenza di COVID-19 ed esposizione agli inquinanti ambientali PM2.5 e Biossido d’azoto (NO2).
Nel corso dell’incontro, al quale ha partecipato anche il dottor Aldo Di Benedetto della Direzione Generale Prevenzione Sanitaria e il Dottor Francesco Enrichens di AGENAS, sono stati illustrati i risultati dello studio, rimodulato alla luce degli esiti della seconda ondata.
Il modello utilizzato nello studio ha evidenziato il legame associativo tra i tassi d’incidenza COVID-19 per provincia e gli inquinanti ambientali PM2.5 e NO2 relazionati ad altri due importanti parametri (“fattori di confondimento”) quali l’indice di vecchiaia e la densità di popolazione.
Il dato che emerge dallo studio è che l’epidemia COVID-19 si caratterizza come fenomeno multifattoriale nel quale gli inquinanti atmosferici possono giocare un ruolo importante: l’effetto combinato degli inquinanti corretto per l’indice di vecchiaia e la densità della popolazione, evidenzia un aumento del tasso di incidenza della COVID-19 pari a 2,79 x 10.000 persone e 1,24 x 10.000 persone all’aumento di un microgrammo per m3 d’aria delle concentrazioni di PM2.5 e NO2, rispettivamente.
L’audizione di Minelli e Mattei ha suscitato interesse per la conoscenza delle dinamiche di diffusione e di azione del SARS Cov-2 poiché rappresenta un ulteriore arricchimento dell’attuale discussione scientifica per individuare, attraverso studi analitici, le potenzialità dei fattori di vulnerabilità al fine di mitigare la diffusione della pandemia.