LECCE – Primo caso di positività al Comune di Lecce. Si tratta della Consigliera comunale di Sveglia Lecce, Emanuela Orlando. A darne notizia è la stessa interessata in un lungo e dettagliato post pubblicato su facebook: “Il 10 novembre ho appreso di essere positiva al Covid-19, cosa che ho tempestivamente comunicato formalmente – prima ancora di essere contattata dall’Asl – alla mia scuola, oltre che all’ufficio commissioni e all’ufficio consiglio del Comune di Lecce. Non solo, proprio perché sono a conoscenza delle difficoltà e dei ritardi che si stanno accumulando nel tracciamento, ho provveduto io stessa, contattandole ad una ad una, a informare le persone interessate, le quali mi hanno ringraziata, perché- a detta loro- non ero io a doverle avvisare. Sono stata poi contattata dal Dipartimento di prevenzione che, fra le altre cose, mi ha spiegato che la tracciabilità dei miei contatti valeva a partire dal 2 e 3 novembre. Aggiungo, così da sgombrare il campo da altre insinuazioni, che il tampone l’ho pagato, perché non mi era stato prescritto dal medico. Insomma, per essere più chiari: non avevo sintomi riconducibili al Covid-19!”. Una polemica a distanza con quanti – sotto traccia e sotto voce – l’avevano tirata in ballo, inopinatamente, nei giorni scorsi.
Ma era stata in tempi non sospetti la stessa consigliera a proporre le sedute in remoto delle Commissioni consiliari. “Secondo alcuni – spiega Emanuele Orlando – il passaggio alle commissioni a distanza comporterebbe un deficit di democrazia, un declassamento della nostra funzione di rappresentanza. Per me, invece, rappresentava un atto di responsabilità. Oggi so che è stato così. Da quel 29 ottobre (giorno in cui partecipò ad una Conferenza dei capigruppo, ndr) non sono più andata a Palazzo Carafa, evitando quello che allora non potevo sapere e che, ora, so”. Una decisione che ha evitato che si mettesse in moto il Protocollo sanitario previsto in questi casi. E cioè l’avvio del contact tracing, il tracciamento per scoprire eventuali altri casi di positività e la possibile sospensione di servizi essenziali per i cittadini. “Sono una Consigliera – c’è voluto il Covid-19 (perché qualcuno utilizzasse il femminile al posto del maschile inclusivo) – spiega con amarezza Emanuela Orlando – ma prima ancora di esserlo sono una persona e come tale mi sono comportata senza, però, aver ricevuto altrettanto adeguato trattamento da parte di chi il dito sa bene come puntarlo, guardandosi bene dall’alzarlo quel dito, cosa che avrebbe richiesto il fatto di informarsi, verificare prima di accusare ed insinuare! Non ero al corrente del fatto che il tracciamento dei contatti di un positivo al Covid-19 si facesse sui social, in particolare su facebook! Non sapevo, ahimè, che se non lo si dichiara su fb o attraverso un comunicato si commette una grave omissione, attentando alla salute della collettività. Evidentemente ho ancora tanto da imparare”.