Una task force per salvare i lavoratori Alcar
LECCE – “Salveremo i livelli occupazionali”. È l’impegno preso stamattina dalla Prefettura di Lecce davanti ai segretari ed alle Rsu di Fim e Fiom. Una vera e propria task force si sta attivando per salvare i 500 posti di lavoro di Alcar Industrie srl, dopo l’arresto del presidente Matteo Ginatta e dopo l’ordinanza del Tribunale di Lecce che ha fissato un tetto di spesa mensile di 10mila euro a fornitore: un livello di spesa insostenibile per un’azienda di questo livello.
Oggi i lavoratori hanno scioperato e presidiato la Prefettura di Lecce (bloccando anche il traffico). Qui era in programma un incontro sulla vertenza Alcar con il prefetto Maria Rosa Trio, che ha ricevuto, insieme con i viceprefetti Guido Aprea e Beatrice Mariano, i segretari generali territoriali della Fim Cisl e della Fiom Cgil, Maurizio Longo e Annarita Morea, e le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) dell’azienda. Il prefetto ha assicurato massimo impegno per salvaguardare i livelli occupazionali. Ha chiamato la presidente della Sezione Commerciale del Tribunale di Lecce, Anna Rita Pasca, per conoscere le motivazioni alla base dell’ordinanza e conoscere la situazione della gestione commissariale. A tal proposito ha convocato un incontro domani alle 9.30 con Tribunale e commissari; subito dopo incontrerà, alle 11.30, sindacati ed Rsu (in videoconferenza anche con Vaie). Alle 16, Longo e Morea, comunicheranno le risultanze dei vari incontri ai lavoratori durante un’assemblea che si terrà davanti ai cancelli dell’azienda nella zona industriale di Lecce. Contemporaneamente è partita una richiesta di incontro al Ministero dello Sviluppo Economico.
“Il Tribunale ha emesso un’ordinanza restrittiva che pone un tetto di 10mila euro mensili a fornitore. Una decisione che non consente la continuità aziendale e che mette a serio rischio fallimento una storica azienda metalmeccanica del Salento, che occupa 300 lavoratori a Lecce e 200 in provincia di Torino”, dicono Longo e Morea. “Oggi abbiamo dovuto forzare la mano, con un presidio davanti alla Prefettura, per ottenere un incontro e risposte sulla gestione commissariale. Il prefetto ci ha garantito che in nessun caso alla fine di questa storia ci saranno esuberi; noi però non vogliamo rischiare di trovare chiusi, da un giorno all’altro, i cancelli dello stabilimento”.