Ebbene si, faccio fatica ad ammetterlo. Mi ero sbagliato. Nel post precedente avevo azzardato una stima del livello di suscettibilità al Sars-CoV-2 in Italia dicendo che almeno il 90% degli italiani al nord ed il 99% al sud non avevano mai incontrato il virus.
In serata sono stati diffusi i risultati preliminari della indagine sieroepidemiologica nazionale. Mi ero sbagliato. La quota di suscettibili al Sud è superiore al 99%. In Puglia è il 99,1%. Al Nord solo la Lombardia si discosta sensibilmente dalla media nazionale ma sempre con un limitatissimo 7,5%. Il 97,5% degli italiani non ha mai incontrato il virus.
Difficile crederlo, ma la prima ondata di CovidVirus, dati -19 in Italia altro non è stata che una breve passeggiata del virus in una porzione limitatissima di popolazione.
Cosa ci dicono, a caldo, questi dati? Per una valutazione più attenta dovremo leggere il report completo con intervalli di confidenza e prevalenza per fasce di età. Ma possiamo almeno fare qualche semplice riflessione:
1. In Italia i casi di infezione sono stati in tutto 1,5 milioni. Questo vuol dire che il sistema di sorveglianza (i famigerati tamponi) hanno individuato un caso su 6. Per un sistema di sorveglianza del genere, cioè basato su conferma di laboratorio, è un’ottima performance.
2. La letalità stimata sul totale delle infezioni è del 2,3%.
3. Lo spauracchio degli asintomatici che appestano il mondo deve essere un po’ rivisto.
4. Si mette la parola fine su un’altra querelle: il coronavirus non si trasmette per aerosol, altrimenti avremmo avuto dati di prevalenza a due cifre.
5. Il virus ha ancora praterie di suscettibili da infettare, come direbbe Raffaella Carrà, da Trieste in giù.
Insomma Covid-19 non ha niente a che vedere con l’influenza, che è molto più contagiosa e molto meno letale. Si può mantenere sotto controllo con un attento controllo dei focolai e l’individuazione precoce dei super-diffusori. E con un briciolo di buonsenso da parte dei cittadini che, a fronte della protezione della salute propria e dei propri cari, devono fare dei minimi sforzi: evitare luoghi affollati, lavarsi le mani e mettere la mascherina quando serve.
Una seria analisi di questi dati, finalmente, potrà dare un significato concreto alla generica affermazione che “dobbiamo convivere con il virus”.