La storia del Salento è indissolubilmente legata a quella di Roca. E’ qui che nelle cavità ancestrali di quella che fu una fiorente città messapica si registrarono i germogli di una terra magnifica, capace di regalare bellezze inaudite e sorprendenti che ammaliano turisti e residenti. Un’area di vaste dimensioni che non a caso ad oggi è interessata alla realizzazione di un grande parco archeologico che consentirà di portare completamente alla luce testimonianze storiche che si perdono nella notte dei tempi. Gli scavi effettuati a Roca hanno evidenziato un imponente sistema di fortificazioni risalente all’età del bronzo (XV-XVI secolo avanti Cristo), oltre a numerosi reperti che per affinità ricordano modelli minoici ed egei. Insomma, un gioiello da custodire gelosamente. Peccato che ci sia invece chi provi in tutti i modi a sfregiarlo. Gli scatti fotografici che abbiamo realizzato servono più di mille altre parole a mostrare lo scempio di cui sono capaci alcuni cafoni e incivili con cui ogni giorno siamo costretti a convivere. Rifiuti dappertutto e di tutti i tipi (financo la rete di un materasso) nella zona di Roca Vecchia, uno schiaffo in faccia a straordinarie bellezze naturali che abbiamo ereditato e che abbiamo il dovere di provare a tramandare ai nostri figli, di generazione in generazione, a patto però di preservarle nel migliore dei modi. Per farlo – in realtà – basta poco. E’ sufficiente aver cura. Due parole che valgono più di ogni altra cosa e che spiegano il significato stesso di stare in questo meraviglioso fazzoletto di terra e di condividerlo con i nostri simili. E allora, abbiate cura. Abbiamo cura.