LECCE – Si è riunito oggi in web conference il tavolo provinciale permanente in materia di lavoro stagionale in agricoltura nel territorio di Nardò e Comuni vicini. Assieme al viceprefetto vicario Guido Aprea, sedevano i rappresentanti istituzionali (Comune, Regione, Provincia, Inps, Centri per l’impiego, Asl, Ispettorato del lavoro), datoriali e delle organizzazioni sindacali per organizzare l’accoglienza dei braccianti stagionali, nella maggior parte dei casi stranieri, che confluiscono nel Salento per la raccolta.
Campo di accoglienza e sanità
La Regione ha affidato la gestione del campo di accoglienza di Boncuri (150 posti) alla Croce Rossa Italiana. “Una soluzione che ci tranquillizza, sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista sanitario, specie nelle fasi 2 e 3 della gestione della pandemia”, dice Monica Accogli, segretario generale della Flai Cgil Lecce. Il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, ha garantito l’installazione dei prefabbricati in tempi rapidi: già avviati lavori sul terreno; tutto potrebbe essere pronto entro metà giugno. Il dirigente dello Spesal, Giovanni De Filippis, ha spiegato che il protocollo sanitario dello scorso anno sarà implementato con le misure anti-Covid (test sierologici rapidi) ed un presidio medico all’interno della struttura; al vaglio anche l’ipotesi di prendere in gestione una struttura di proprietà alla Diocesi di Nardò per gestire eventuali casi di isolamento. Sempre la Regione ha anche pubblicato i due bandi con manifestazione di interesse per il noleggio delle biciclette e il trasporto su minivan. Per la Uila di Lecce è intervenuto il segretario generale Mauro Fioretti, che sedeva al tavolo insieme al segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto. “Esprimiamo apprezzamento – dichiara Fioretti – per la continuità e la serietà con cui la Prefettura di Lecce sta affrontando tutte le problematiche connesse al lavoro stagionale in agricoltura. Ci ha tranquillizzato molto sapere che la gestione del Villaggio di Boncuri è stata affidata dalla Regione alla Croce Rossa e che la stessa Regione darà un contributo importante per incentivare l’uso di biciclette e mini-van per il trasporto dei lavoratori nei campi di raccolta. Dal punto di vista della logistica e della sicurezza dei lavoratori, possiamo dire che il lavoro è ormai in fase avanzata e questo ci conforta, anche se dalle associazioni datoriali non abbiamo avuto ancora alcun cenno rispetto al numero di braccianti che quest’anno saranno impiegati”. Soddisfazione è stata espressa anche dalla Cisl Lecce: “Dopo aver dato corso alle procedure utili a garantire l’ accoglienza in sicurezza dei lavoratori migranti presso il campo di Boncuri, al bando trasporti ed alla assegnazione a Croce Rossa Italiana della gestione del campo – hanno dichiarato Ada Chirizzi, segretario territoriale Cisl Lecce e Gianluigi Visconti, segretario Generale Fai Cisl Lecce – occorre ora concentrarsi sugli aspetti relativi l’intermediazione al lavoro e la regolarizzazione dei lavoratori, migranti e non, impegnati in agricoltura. Urge una quantificazione del numero di migranti da impegnare o già impegnati nella campagna 2020. I recenti disarmanti dati relativi la rete del lavoro agricolo di qualità devono inoltre indurre ad una comune riflessione e ad una sinergica azione, ad ogni livello, poiché tanto lavoro resta da fare”. “Occorre ricercare all’interno delle specificità territoriali – hanno aggiunto i rappresentanti della Cisl – percorsi e strumenti che possano incentivare all’ adesione la rete produttiva locale, fortemente provata da calamità quali la Xylella. La rete del lavoro agricolo di qualità rappresenta infatti una opportunità premiante per far crescere in qualità tutta la filiera agro-alimentare. Nel merito occorre giungere ad una diffusa consapevolezza a livello territoriale, a partire da alcune parti datoriali. “
Attivazione della Rete del Lavoro Agricolo di qualità (legge 199/2016)
Il direttore dell’Inps di Lecce, Marcello Amodio, nel suo intervento ha riportato la propria esperienza nelle province di Brindisi e Foggia e rassicurato imprese e associazioni datoriali sulla prosecuzione del percorso di attivazione della sezione della Rete del Lavoro agricolo di qualità, uno strumento previsto dalla legge 199 del 2016 contro il caporalato per monitorare al meglio la domanda e l’offerta di lavoro. Le aziende anche ieri su questo punto si sono trincerate dietro al silenzio, senza esprimere alcun parere, anche davanti alla posizione dell’Inps che ha spiegato come l’accesso delle aziende alla Rete sia possibile anche per chi non è in regola con i contributi ma manifesta la volontà di sanare la propria posizione. “Su questo punto e sulla previsione dei braccianti da impiegare quest’anno purtroppo le associazioni datoriali non si sono espresse ufficialmente”, dice Accogli. “Certo, abbiamo appreso da altre fonti che secondo alcune associazioni datoriali i parametri per accedere alla Rete sarebbero penalizzanti. C’è da restare perplessi quando si legge che per qualcuno questo non sia il momento per parlare di lavoro di qualità, che altro non significa se non riconoscimento ai lavoratori di diritti e salari dignitosi e sottrazione degli stessi braccianti dalle logiche del caporalato. Ringrazio il direttore dell’Inps, che ha tolto alle imprese un alibi pesante. Raccogliamo con soddisfazione la disponibilità del Direttore dell’Inps a proseguire il lavoro per l’attivazione della Rete. In quella sede riparleremo di alcune proposte unitarie del sindacato per invogliare le imprese a partecipare, come percorsi di premialità o l’ideazione di un marchio”. Preoccupazione è stata espressa dalla Uila Lecce rispetto alle dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate delle associazioni datoriali: “Riteniamo indispensabile far sì che le aziende aderiscano in massa alla Rete, strumento ideale per favorire l’intermediazione fra domanda e offerta di lavoro e contrastare il caporalato. A tal proposito, il direttore dell’Inps Marcello Amodio ha spiegato come l’accesso delle aziende alla Rete sarà possibile anche per chi non è in regola con i contributi ma manifesta la volontà di regolarizzare la propria posizione, per cui non ci saranno più alibi. Accanto a questo, per la Uila di Lecce è sicuramente necessario dare ulteriori incentivi alle aziende, anche attraverso l’elaborazione di un ‘marchio di qualità’ che sia spendibile a livello commerciale per chi aderisce alla Rete. Siamo sicuramente sulla strada giusta – conclude Fioretti – ma dobbiamo fare in fretta e rendere operative quanto prima queste proposte”.