Adriana Poli Bortone
“Nei giorni scorsi il direttore di Telenorba Vincenzo Magistà ha denunciato, esibendo un documento che doveva essere riservato, ma era inoppugnabile e pubblicato, tra l’altro, dal Quotidiano del Sud, un documento di idee e proposte per la rinascita dell’Italia, prodotto dal dipartimento per la programmazione della Presidenza del Consiglio e segnatamente dal sottosegretario 5S Mario Turco. Un provvedimento gravissimo che sta per essere approvato dal governo PD-5 S nel silenzio totale e ai danni del Mezzogiorno d’Italia. La sospensione, cioè il mancato rispetto dell’erogazione delle somme dovute al Sud, pari al 34% di sua spettanza in virtù della legge n.18 del 2017. Non solo, ma anche la sottrazione, di fatto dei fondi comunitari per la coesione residui che devono essere utilizzati dal Mezzogiorno, al quale spetta tra l’altro l’80% di quei fondi per la coesione: tutte risorse, secondo il dipartimento per la programmazione della Presidenza del Consiglio, da utilizzare per affrontare il ritorno alla normalità, cioè la ripresa del Nord che, si dice, deve essere protagonista di tale ripresa. Un protagonismo, come al solito, a spese esclusive del Mezzogiorno d’Italia che dovrebbe essere, invece, il territorio da considerare prioritario per la ripresa dell’economia nazionale. È una vergogna che non può essere ulteriormente sopportata e che dà vigore a ragion d’essere a quel movimento Io Sud che sin dal 2009 ha posto con forza le ragioni per la rivendicazione dei diritti dei meridionali a essere trattati semplicemente da italiani, nel rispetto delle politiche di coesione territoriale e dei principi di eguaglianza dei cittadino, sanciti dalla nostra Costituzione. Il Sud a questo punto non può rimanere ancora una volta inerte. Alcuni governatori del Sud non intendono tutelare i loro conterranei per non turbare, come si suol dire, il loro manovratore, vale a dire il governo. I governatori del PD evidentemente non vogliono mettersi contro il governo. Ma se è così noi chiediamo a Emiliano, Santelli, De Luca e a Bardi di far fronte comune per una mobilitazione istituzionale e popolare a tutela dei diritti al lavoro, alla salute, alla famiglia, del diritto alle pari opportunità, del diritto a essere e sentirsi italiani, con doveri e diritti pari agli italiani del Nord Italia. Auspichiamo che, a partire dall’emittente pugliese che ha avuto il coraggio della denuncia e ha avanzato la richiesta di dimissioni dei ministri e dei sottosegretari al Mezzogiorno, si uniscano tutti i media e non solo del Mezzogiorno che vogliano in questo modo contribuire con l’informazione e la sensibilizzazione costante dei cittadini, ad una mobilitazione delle coscienze per indurre il governo a rispettare i patti con tutti, proprio tutti i cittadini italiani, partendo da quel Sud Italia che tanto ha già dato all’unità nazionale sin dalla nascita della stessa nazione. Ci aspettiamo insomma un moto istituzionale e popolare per tutelare la dignità e il processo di crescita dovuto al Mezzogiorno d’Italia.