Federterziario: “Per superare la crisi più flessibilità nel mercato del lavoro”
ROMA – Era presente anche Federterziario ha partecipato oggi – con una sua delegazione composta dal segretario nazionale Alessandro Franco, dal presidente Nicola Patrizi e dal presidente del Centro Studi, professor Francesco Verbaro – all’audizione dell’XI Commissione Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato. Un’occasione per fare il punto della situazione e avanzare alcune proposte concrete in un momento difficile per l’economia del Paese a causa dell’emergenza sanitaria.
“FederTerziario – ha spiegato il segretario Alessandro Franco – rappresenta le micro, piccole e medie imprese, che costituiscono il 90 per cento del tessuto produttivo italiano ma sono anche fisiologicamente le più fragili e le più esposte a fenomeni emergenziali o recessivi, per questo motivo ha da subito offerto il proprio contribuito avanzando proposte a supporto alle imprese italiane del Turismo e non solo”.
FederTerziario ha chiesto l’applicazione del credito d’imposta per software e macchine elettroniche portatili che permetta e favorisca il telelavoro agile e il telelavoro e per l’adeguamento Dvr e Piano per la Sicurezza e la sospensione del Decreto Dignità per il Td.
“Per supportare il Turismo – si legge ancor ain una nota diffusa al temrine dell’audizione – occorre defiscalizzare gli operatori turistici, attivare un Bonus assunzioni e formazione personale per emergenza Covid e incentivi per la riassunzione dei lavoratori, oltre alla riduzione dei costi previdenziali e sostegno al lavoro dipendente”. Per il settore balneare la proposta di Federterziario è quella di avviare una riduzione dei costi previdenziali per il lavoro dipendente pari al 70% per l’anno 2020 e del 50% per gli anni 2021 e 2022.
Più in generale si chiede un ricorso ai voucher assunzione attraverso il “superamento per un anno delle restrizioni introdotte dal Decreto “Dignità” in materia di lavoro e la sospensione delle restrizioni all’utilizzo di contratti flessibili, oltre a sospendere per un anno l’incremento contributivo dell’1,9% previsto dal comma 28 dell’art. 2 della legge 92/2012 previsto per i contratti di lavoro flessibili, sia per il pubblico sia per il privato”.
Una serie di proposte concrete, dunque, che ora passeranno al vaglio del Governo centrale.