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Farmaci e sigarette di contrabbando, scandalo sull’asse Italia-Libia

BRINDISI – Nella giornata di oggi il personale del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Brindisi ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di sei persone, cinque delle quali appartenenti alla Marina Militare Italiana. Sono tutte, a vario titolo e con differenti contributi, gravemente indiziate della commissione dei reati di contrabbando pluriaggravato di tabacchi lavorati esteri e di farmaco Cialis di provenienza estera, d’imbarco arbitrario di merci di contrabbando sulla nave militare Caprera, di peculato d’uso, di istigazione alla corruzione, di corruzione per atti contrari ai doveri dell’ufficio ed, infine, di falso ideologico.
L’ordinanza è stata emessa il 30 aprile 2020 dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi a carico di Marco Corbisiero, 44 anni, nato a Torino, di Hamza Mohamed Ben Abulad, 38 anni, nato a Tripoli (Libia), di Roberto Castiglione, 46 anni di Taranto di Antonio Filogamo 43 anni, di Villaricca (Napoli), di Antonio Mosca, 40 anni , di Mesagne, ed, infine, di Mario Ortelli, napoletano di 39 anni.
Per Corbisiero è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere, per l’ultima quella dell’obbligo di dimora, per tutte le altre la misura degli arresti domiciliari.
I reati sarebbero stati commessi nell’anbito della missione internazionale denominata “Operazione Mare Sicuro” (contraddistinta dall’acronimo OMS EX NAURAS) svolta dalla nave Caprera della Marina Militare italiana nel porto di Tripoli dal 31 marzo del 2018 sino al successivo 12 luglio, missione in seno alla quale Corbisiero aveva rivestito (dal 13 ottobre del 2017 al 6 maggio del 2018) il ruolo di ufficiale tecnico della Marina Militare a capo del team preposto al ripristino dell’efficienza del naviglio ceduto dall’Italia alla Libia per il potenziamento del contrasto all’emigrazione clandestina verso l’Italia.
La nave Caprera giunse nel porto di Brindisi, proveniente dal porto di Tripoli, il 15 luglio del 2018, senza scali intermedi.
Corbisiero, Ben Abulad, Castiglione, Filogamo e Mosca Marco (questi ultimi tre membri dell’equipaggio del Caprera) sono gravemente indiziati, a diverso titolo e con differenti contributi, di aver organizzato l’imbarco ed il trasporto dal porto di Tripoli a quello di Brindisi di 774 chilogrammi circa di tabacco lavorato estero di contrabbando e di farmaco Cialis di contrabbando, che vennero poi sbarcati sulla banchina Garibaldi del porto di Brindisi nella prima mattina del 15 luglio del 2018.
Gli esiti delle indagini preliminari convergono nella direzione che sia le sigarette che i farmaci di contrabbando fossero destinati alla vendita agli appartenenti alla Marina Militare di Taranto ed anche a persone ad essa estranee.
Corbisiero è, altresì, gravemente indiziato – dopo l’avvio il 15 luglio delle operazioni di scarico nel porto di Brindisi dei generi di contrabbando trasportati dalla Caprera – di aver offerto utilità al personale imbarcato su di essa (la cessione del tabacchi lavorati esteri di contrabbando non ancora scaricato in banchina – per comprarne il silenzio e, più nello specifico, per assicurarsi la mancata denuncia alla locale autorità giudiziaria dell’introduzione nel territorio nazionale dell’illecito carico.
Corbisiero è anche accusato di aver organizzato il trasferimento dell’illecito carico prima dal porto di Tripoli a quello di Brindisi e poi da quest’ultimo agli Uffici della Marina Militare di Taranto, trasporto, quest’ultimo, da effettuarsi facendo uso di un automezzo con le insegne della Marina Militare che, proveniente dalla Base della Marina Militare di Taranto, giunse la mattina del 15 luglio sotto il bordo della Caprera per ritirare il carico e trasferirlo a Taranto. C’è di più. L’ufficiale tecnico della Marina Militare è anche  gravemente indiziato di aver costituito la provvista di denaro necessaria a finanziare l’acquisto, in quel di Tripoli, dell’illecito carico mediante fatturazioni per operazioni in tutto od in parte inesistenti poste in essere nel contesto dell’acquisto, da parte dello Stato Italiano, dei beni e dei servizi necessari al ripristino dell’efficienza del naviglio ceduto dall’Italia alla Libia per il potenziamento del contrasto all’emigrazione clandestina verso l’Italia.
Beni e servizi sono stati acquistati da una sedicente società libica (Altikka For Service), riconducibile sostanzialmente all’Ufficiale della Guardia costiera libica a nome Ben Abulad Hamza ritenuto dagli inquirenti di essere stato la controparte del Corbisiero nella genesi e nello sviluppo della relazione corruttiva.
Le indagini preliminari, che si sono rivelate estremamente articolate e complesse, sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Brindisi, comandato dal Colonnello Gabriele Gargano, coadiuvato dal Capitano della Sezione Tutela Economia del Nucleo medesimo Agostino Taurino. Nella fase iniziale, si sono avvalse del contributo della locale Capitaneria di Porto e di quello della Stazione dei Carabinieri della Marina Militare di Brindisi.
Le indagini preliminari si sono giovate, altresì, per tutta la durata del loro svolgimento, della pronta, fattiva e leale collaborazione di ciascun livello di comando della Marina Militare Italiana di volta in volta interessato e dell’Ambasciata Italiana di Tripoli. A seguire l’inchiesta sono stati i sostituti  procuratori, addetti al primo gruppo di lavoro della Procura di Brindisi, Giuseppe De Nozza e Alfredo Manca, coordinati dal Procuratore Aggiunto Antonio Negro. L’ordinanza è stata emessa dal gip Vittorio Testi.