GALLIPOLI – Il 21 ed il 23 aprile corrente sono apparse, in diversi punti della Città di Gallipoli, scritte minacciose nei confronti, dell’ex parlamentare, nonché ex Presidente della Provincia di Lecce, Lorenzo Ria oltre che nei confronti dell’istituto di vigilanza “Velialpol”. Ancor prima, esattamente il 14 ed il 19 marzo scorso, erano invece apparse scritte minacciose nei confronti degli avvocati Luigi Suez e Fabrizio Ferilli.
Le indagini sin da subito svolte dagli agenti del Commissariato di Gallipoli hanno portato, nel pomeriggio di ieri, all’individuazione dell’autore delle minacce aggravate e continuate e degli imbrattamenti sui muri dello Stadio Comunale di Gallipoli e sui muretti a secco del lungomare gallipolino, reati per i quali l’indagato è stato denunciato all’autorità giudiziaria.
Il confronto calligrafico, tra le scritte rinvenute a marzo ai danni dei due liberi professionisti e quelle rinvenute nei giorni scorsi a carico dell’onorevole Ria e dell’istituto di vigilanza, il sequestro della bomboletta spray rinvenuta per strada e risultante dello stesso colore con cui erano state realizzate le scritte di aprile, l’attività di appostamenti anche notturni e la visione di pochissime immagini di videosorveglianza, hanno portato gli agenti del Commissariato di Gallipoli ad addebitare ad un’unica mano la realizzazione di tutte le scritte minacciose. Si tratta di un 42enne del posto, incensurato.
Dall’esito delle indagini è emerso che l’autore delle minacce sarebbe stato spinto da un rancore, maturato per circa 10 anni, nei confronti dell’istituto di vigilanza “Velialpol”, per un’assunzione non andata a buon fine. L’uomo era convinto che nessuno gli avesse dato un aiuto per realizzare il suo desiderio nonostante, a suo dire, avesse chiesto l’intervento delle autorità e dei professionisti fatti oggetto, anche loro,delle scritti minacciose.
Poche ore dopo aver saputo dello sconsiderato gesto Lorenzo Ria aveva affidato a facebook la sua sorpresa: “Chi mi conosce sa che sono ” tranquillo per quanto incredulo”, e che anche se” la minaccia può far male”, nè mi scoraggia, nè mi spaventa, perché penso di aver fatto sempre ” della trasparenza il principio della (mia) condotta “. Alla luce della mia esperienza posso dire che sono altri gli attacchi che più feriscono… Sono sicuro che, confrontandomi , come mi sono sempre sforzato di fare con chiunque e in qualunque circostanza, con l’ autore del gesto, riuscirei a comprendere le ragioni che lo hanno portato ad augurarmi la morte”.