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Sistema Moda: “Prima di ripartire serve sicurezza sul lavoro”

LECCE – “Prima la sicurezza dei luoghi di lavoro, poi si riaprono le attività produttive”. Il segretario generale della Filctem Cgil Lecce, Franco Giancane, interviene nel dibattito sulle riaperture delle industrie manifatturiere in provincia di Lecce, in particolare nel Settore Moda.

“L’approvazione del Protocollo di settore, sottoscritto il 20 aprile a livello nazionale da Confindustria Moda, Femca, Filctem e Uiltec, rappresenta sicuramente un importante strumento per coniugare il bene primario della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro con la ripresa delle attività produttive”, dice il sindacalista. “Tuttavia bisogna aver ben chiaro un presupposto: il Protocollo è uno strumento che indica ‘come’ si riprende l’attività, non ‘quando’. Per questo è prematuro pensare che il giorno dopo l’approvazione dell’intesa le aziende salentine del settore siano pronte a ripartire. Non foss’altro perché sono rare le aziende che hanno già attivato il comitato aziendale, organismo fondamentale per accertare se quanto previsto nel protocollo nazionale, e poi con accordi aziendali, sia riscontrabile nelle varie realtà produttive”.

Sono molti gli aspetti su cui porre l’attenzione: l’organizzazione degli ingressi in fabbrica, la dotazione di strumenti per misurare la temperatura corporea, presenza di locali idonei per isolare chi ha una temperatura superiore a 37,5 gradi (per poi contattare il medico e seguirne le indicazioni, predisposizione di ingressi dedicati ai fornitori esterni, rispetto delle distanze, gestione degli spazi comuni. “Non basta chiudere mensa e spogliatoi non è una soluzione. I lavoratori hanno il diritto di cambiarsi e soprattutto di fermarsi per rifocillarsi durante la giornata di lavoro. Bisogna comprendere che non tutte le aziende hanno una dimensione tale da consentire il rispetto di tutti gli accorgimenti necessari a mettere in sicurezza il luogo di lavoro. La filiera, in particolare nel Salento, è composta da tante piccole aziende in cui già prima del Covid 19 sussistevano problemi in termini di spazio”, afferma Giancane.

“Siamo consci del fatto come con sempre maggiore insistenza si stia facendo circolare il facile slogan: ‘Se non moriamo di Covid 19, moriamo di fame’. Si rinnova cioè la competizione tra diritto alla salute e diritto al salario: una dinamica sfibrante e senza senso. Si lavori per raggiungere il giusto equilibrio, senza che l’uno prevarichi sull’altro. La nostra paura è che fatto il protocollo, sotto l’incalzare della quotidianità poi questo finisca in fondo ai cassetti. È fondamentale perciò che, prima della riapertura delle aziende, gli organi preposti facciano tutte le dovute verifiche. E per riuscirci servono assunzioni di personale in questi organi. Dalla possibilità di fare controlli capillari e frequenti passa l’unica vera possibilità di garantire ai lavoratori di prestare la propria opera in sicurezza”.