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Coronavirus, registrate le prime guarigioni nel Salento

LECCE – Non si ferma l’emergenza Covid 19, ma qualche buona notizia inizia ad arrivare. Si registrano, infatti le prime guarigioni, anche tra i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Nella provincia leccese a essere impegnati in questa guerra senza precedenti sono i reparti Malattie Infettive degli ospedali di Lecce e Galatina e il reparto Ospedaliero di San Cesario con il centro di assistenza per malati in fase post acuta.Questi reparti, impegnati nel contrasto della malattia sin dall’inizio dell’emergenza, oggi registrano le prime dimissioni per guarigione.
Come comunicato dall’Asl di Lecce: “Nell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce cinque persone si sono negativizzate e quindi sono state dimesse guarite. A tutti questi pazienti è stato consigliato l’isolamento fiduciario a casa, al fine di migliorare le condizioni generali nella fase di convalescenza. In questo momento, tre pazienti risultati negativi sono ancora ricoverati, in attesa del secondo tampone negativo che, in base alle linee guida attuali, certifica la completa guarigione e la non contagiosità.”
Tutti in via di miglioramento anche i pazienti ricoverati a San Cesario, dove i diciotto malati ancora positivi al Covid-19 hanno già superato il periodo di acuzie e sono ora in fase di remissione completa. Un dato incoraggiante considerando che molti di loro sono portatori di più patologie indipendenti dall’infezione Covid-19, anche a causa dell’età. Guarigione virologica constatata anche per quattro pazienti ricoverati nell’ospedale di Galatina. Un uomo è stato già dimesso, un altro è tornato a respirare autonomamente senza ossigeno, due saranno dimessi nella giornata di domani.
“Dopo le dimissioni – sottolinea l’Asl di Lecce-  anche per loro è previsto un periodo di convalescenza da trascorrere presso il proprio domicilio, con monitoraggio del medico di medicina generale e del Servizio Igiene Pubblica.
Per quanto riguarda l’età si passa dalla bimba di pochi mesi con la mamma ad alcuni sessantenni per giungere a due ottuagenari. Sotto i 50 anni gli altri. Si conferma la prevalenza del numero di donne guarite, in linea con il dato riscontrato in tutta Italia che vede una maggiore protezione delle donne nei confronti dell’infezione.”

Nella cura dei contagiati, sia in questi ospedali che presso il nuovo DEA, vengono utilizzati i protocolli farmacologici approvati dalla Società Italiana di Malattie Infettive per la cura delle persone affette da COVID-19. Tra questi, l’associazione tra un antimalarico e alcuni farmaci antiretrovirali, mentre altri strumenti terapeutici sono il Remdesivir e  Tocilizumab, già utilizzato per la cura dell’artrite reumatoide, con l’obiettivo di un’attività non antivirale, ma anti-infiammatoria. Cure che, dati alla mano, si stanno rivelando potenzialmente efficaci per combattere il Coronavirus.