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Foibe e veleni, il caso Mellone a Palazzo Chigi

“Rendiamo onore ai martiri delle Foibe, chiudiamo l’Anpi Lecce”. La frase choc del sindaoc di Nardò Pippi mellone, finisce sul tavolo del Governo. Il caso è stato sollevato da
Il senatore Laforgia (Leu) che ha preso carta e penna e ha inviato un’interrogazione al ministro degli Interni Luciana Lamorgese.
Il parlamentare chiede al Ministro se “sia a conoscenza dei fatti e come intenda agire affinché libere associazioni non vengano censurate e soprattutto se ritenga opportuno che un rappresentate delle Istituzioni della nostra Repubblica possa affermare che un’associazione che agisce a tutela della nostra Costituzione possa essere considerata come un pericolo per la democrazia”.

“Accadono ormai quotidianamente episodi di negazionismo, squadristi, violenti che richiamano a valori nazifascisti – ha affermato Laforgia – Troppo spesso vengono imbrattate lapidi di martiri della resistenza con svastiche o porte di case segnalate come residenze di persone ebree. Nel nostro paese sta montando un clima d’odio e di intolleranza verso tutte quelle persone considerate diverse”. Ecco perché “le associazioni come l’Anpi che si fissano l’obiettivo di tenere viva la memoria storica del nostra Paese vanno tutelate e mai offese”.
Ma cosa aveva detto Mellone? “La comunità di Nardò – ha scritto in un post su facebook lo scorso 10 febbraio nel Giorno del Ricordo, istituto per «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe – rende onore ai martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Chi ancora oggi rifiuta di riconoscere le dimensioni di questa tragedia e reclama l’oblio per Norma Cossetto e altre vittime dei comunisti titini deve solo vergognarsi. Mi riferisco, in particolare, all’anonima Anpi Lecce, una sigla dietro la quale si nascondono uomini e donne fuori dal tempo e dalla civiltà. L’Anpi Lecce deve essere chiusa al più presto perché rappresenta un pericolo per la democrazia. Onore all’Italia – scrive il sindaco che ha dedicato un minuto di silenzio in consiglio comunale e fatto illuminare la fontana di piazza Castello – onore a chi è morto nel nome della bandiera, onore a chi è stato ucciso solo perché italiano, onore a tutte le vittime dell’odio”;