Poli: “Con la cultura il Comune fa business”
“La politica culturale dell’amministrazione Salvemini è un esempio di “flessibilità” da studiare. Ai governi di centrodestra aperti a tutti le culture, la sinistra rivendicava la concessione di spazi gratuiti alle associazioni e la fruizione altrettanto gratuita di servizi quali spettacoli, mostre etc. Oggi l’amministrazione di sinistra concede gratuitamente spazi ad associazioni la cui progettualità per regolamento (sic!) coincide con quella dell’amministrazione, con la variante che le associazioni fanno business: mostre natalizie rivolte al pubblico di bambini e genitori, naturalmente, al modico prezzo di 5 euro, biblioteche che prevedono i cosiddetti servizi aggiuntivi con una tessera gold a 10 euro e probabilmente il pagamento dei servizi stessi. Il risultato ci porta a dire: 1) spesso come è naturale uno stesso soggetto collima tanto con la progettualità di un’amministrazione Salvemini da poter gestire non uno, ma più servizi. Nessun altro soggetto creativo e capace che riesca a progettare; 2) siamo di fronte ad uno spazio ristretto di offerta culturale, ad una monocultura che deve essere di gradimento dell’amministrazione di sinistra; 3) che i balzelli della cultura impediranno che si acculturino proprio le fasce più deboli , quelle alle quali la sinistra dice di voler dedicare grande attenzione, quelle che non possono acquistare una tessera gold per usufruire dei servizi di una biblioteca, che non possono pagare 5 euro pro capite per visitare una mostra giocattolo o non possono pagare un biglietto per vedere un film. E non necessariamente la corazzata Potemkin nell’atrio dei Teatini, concesso gratuitamente al gestore del progetto filmico. Siamo sempre più convinti di essere di fronte ad una sinistra double face per la quale teoria (verso gli altri) e pratica (dalla stessa sinistra esercitata) sono due cose distinte. C’è da chiedersi: qualcuno che non è di sinistra potrà fare business o almeno avere il piacere di avere, senza far business, uno spazio gratuito?”.
Lo chiede Adriana Poli Bortone, consigliere al comune di Lecce per MSI Fiamma Tricolore