LECCE – La Fondazione Palmieri in collaborazione con I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno presentano John Hornik e Simone Franco in Electro Poems: “Rotto”, il 27 novembre, a partire dalle ore 19, alla Fondazione Palmieri in vicolo Sotterranei a Lecce. In questa serata l’arte della sua voce si intreccerà, in un sinuoso e perfetto collage, con l’arte sonora minimal di John Hornik, la cui texture si evolve autonomamente con una ripetitività costantemente diversa, in un crescendo di tensione e dalle molteplici consistenze.
Come squarci di pensiero, come pagine strappate da un libro e sparse senza apparente senso sul pavimento del mondo, Simone e John ci fanno assaporare ciò che un’improbabile connubio può generare tra poesia e glossolalia, tra noto e ignoto, tra logico e illogico.
La prima performance leccese dell’americano John Hornik vede la sua musica “elettro-astratta” amalgamarsi e fondersi con l’arte nobile della poesia che solitamente fa di visioni e sentimenti le sue espressioni primarie. La ritroviamo invece qui complemento perfetto di un’espressione artistica al di là del sentimento umano, un connubio di voci e suoni capace di attraversare ogni tempo ed ogni luogo.
Simone Franco, uno delle più grandi voci attoriali salentine, interpreta con grande stile e personalità poesie ricche di pathos e sentimento, evolvendo attraverso una personale visione la sua voce, ora grave, ora acuta, ora atona, che si districa inconsapevolmente attraverso strofe e sonetti toccando a mano aperta il cuore di ogni ascoltatore.
John Hornik – Nato e cresciuto a Chicago dove sin da giovane si appassiona a musica e teatro, facendo di queste arti il suo punto di forza, un marchio di fabbrica che lo condurrà sino a Los Angeles dove il suo bagaglio artistico si arricchirà ancora di più. DJ, performer, autore e compositore di musica senza né tempo né luogo, grafico e creatore di immagini, statiche o in movimento che siano, dove linee e forme geometriche astratte divengono uno studio e un’espressione del suo essere, una ricerca costante di innovazione e originalità che incuriosisce ed ipnotizza. Così come la sua musica, frutto di una ricerca costante legata a doppio filo con il suo essere, la sua identità. John Hornik riesce a distillare le sue varie esperienze costruendo qualcosa che trapassa l’anima della società umana. I suoni che ci fa ascoltare potrebbero essere un fruscio di elettroni, un ronzio di voci, echi che risuonano nel corpo cavo del mondo. Si potrebbe pensare che questi suoni provengano dalle nostre teste e forse avremmo ragione.