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Un Festival per accendere un faro su informazione, libertà e democrazia

 

OTRANTO – Settanta opinion leader, ventidue appuntamenti suddivisi in due location nel cuore di Otranto. I numeri sono importanti, ma da soli non bastano certo a spiegare il coinvolgimento emotivo (e professionale) che è riuscito ad esercitare il Festival dei Giornalismo del Mediterraneo. Incontri, dibattiti, workshop, talk, ma anche premi e sorrisi. Un evento avvolgente, capace di aprire il cuore e le menti e di accendere i riflettori a 360 gradi su temi di stretta attualità: dalle fake news alle nuove tecnologie, dalle regole della comunicazione politica al rapporto con l’informazione, dalla condizione delle donne a quelle dei migranti, e via discorrendo. “Anche questa edizione del Festival è stata un grande successo – spiega Tommaso Forte, giornalista e ideatore dell’evento – e un modo per ri-avvicinare lettori e spettatori a chi esercita questa professione, che rimane sempre una tra le più affascinanti. Settanta tra giornalisti, docenti universitari, magistrati, diplomatici ed esperti della comunicazione, 22 appuntamenti, anche stavolta seguiti con grande passione da un pubblico attento e partecipe: il sintomo del grande entusiasmo che circonda questa iniziativa, organizzata con tenacia ogni anno nonostante le difficoltà economiche e i problemi che affliggono la categoria, e della qualità dell’appuntamento, che finora ha portato in Puglia, tra Bari e Otranto, circa 400 esperti da tutta Europa”. 

La serata finale non è stata una passerella, ma un “pretesto” per ricordare – ancora una volta – quanto sia importante fare un’informazione di qualità e trasmettere principi e valori che rischiano di essere smarriti in un mondo usa e getta, capace di comprimere spazi di libertà e di democrazia e di mettere alla porta – paradossalmente – ben 3200 giornalisti rimasti senza lavoro lo scorso anno. 

Il Premio “Caravella del Mediterraneo” rappresenta l’incrocio dei mari e delle culture del Mediterraneo, protagonista millenario di scambi commerciali, linguistici e sociali tra Oriente ed Occidente. E non è un caso che Tommaso Forte, autentico deus ex machina di questo evento – giunto all’undicesima edizione – abbia scelto Otranto per mettere assieme giornalisti, magistrati, diplomatici, docenti, professionisti ed esperti della comunicazione. 

Ma il Festival prova ad allargare i suoi confini: non solo Otranto ma anche Roma, Milano e – perché no – Marrakesch, in Marocco. Quest’anno i premi sono stati assegnati a Luigi Pelazza de Le Iene, Manuela Moreno di Rai 1, Francesco Piccinini di Fanpage, Domenico Iannacone di Rai 3, di Miquel Serra di Ultima Hora e del giornalista d’inchiesta Sandro Ruotolo che lo ha voluto dedicare alla giornalista Dafne e ad Antonio Montinaro, caposcorta ucciso nell’agguato in cui è rimasto vittima il giudice Giovanni Falcone. Unici tratti distintivi che hanno accomunato il lavoro dei colleghi premiati sono stati il coraggio, la professionalità e la costante ricerca della verità. E la passione. Perché senza amore per questo “mestieraccio” non si va da nessuna parte.