Disastro Xylella, tra caos e crisi di Governo
LECCE – Ci mancava anche la crisi di governo. Non bastassero il caos, l’insipienza, l’inerzia e le lungaggini burocratiche che hanno accompagnato la vicenda Xylella ora si aggiunge un pericoloso vuoto istituzionale. “Se arriverà un altro governo – avverte il ministro Barbara Lezzi in occasione del tavolo istituzionale alla Prefettura di Lecce – mi auguro non ci siano ostacoli perché dal 1° gennaio 2020 gli agricoltori salentini hanno diritto a spendere metà delle risorse assegnate dal Governo”. Ma sui decreti attuativi mancano ancora le firme necessarie per sbloccare i fondi e offrire un ristoro agli agricoltori. Nel decreto emergenza non si fa cenno alla gestione della parte legata ai frantoi e non si dice come muoversi in concreto per realizzare nuovi impianti laddove sono stati espiantati gli alberi d’ulivo. “Colpa di un emendamento – sottolinea il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – che non rendeva automatico l’obbligo di impiantare per sostituire una pianta malata, fatto questo che sta rendendo complicate e ingestibili le procedure”.
Intanto il comparto agricolo è in ginocchio. “E’ un vero e proprio disastro”, denuncia Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia. Le cifre sono impietose. A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva nell’ ultimo anno. E’ quanto emerge da un’analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian) e illustrato in occasione dell’incontro a Lecce con il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi e il Sottosegretario al Mipaaft, Alessandra Pesce. Lo senario è desolante: agricoltori senza reddito da 6 anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile – denuncia Coldiretti Puglia – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento e rilanciare la più grande fabbrica green italiana. “Serve chiarezza e semplificazione dell’iter dei reimpianti – ha concluso il presidente Gianni Cantele – e una strategia condivisa tra governo e unione europea per far fronte alla strage che ha devastato 21 milioni di ulivi, mettendo in ginocchio il settore olivicolo del Salento, deturpando il patrimonio paesaggistico, con un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro ed il dimezzamento della produzione pugliese di olio di oliva che rappresenta oltre il 50% di quella nazionale”.
Sullo sfondo la polemica innescata dall’onorevole Valeria Giannone, sospesa da alcuni giorni dal movimento Cinquestelle, alla quale è stato vietato l’accesso oggi in Prefettura. “Un fatto gravissimo”, ha sottolineato la deputata salentina: “Un parlamentare del territorio, proprio in virtù del ruolo di rappresentanza che ricopre, dovrebbe avere il diritto di ascoltare, valutare e se necessario criticare. Non dare questa possibilità vuol dire ledere la democrazia. Non solo non si ha rispetto di una figura di rappresentanza ma soprattutto non si ha rispetto dei cittadini del territorio. Per l’ennesima volta non potranno conoscere cosa accadrà. E’ altresì sconcertante e antidemocratico non aver coinvolto l’associazionismo ambientalista salentino”.