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Lupiae, il caso-Pagliaro finisce nelle mani del Prefetto

 

LECCE – E ora il caso-Lupiae finisce sul tavolo del Prefetto. La discussa nomina di Alfredo Pagliaro alla guida della società partecipata del Comune di Lecce, continua a far parlare. Difficile spegnere la miccia delle polemiche sopratutto dopo il semaforo verde ufficiale giunto mercoledì da Palazzo Carafa. Il decreto firmato dal sindaco Carlo Salvemini è diventato oggetto di attacchi concentrici da parte del centrodestra. Sia chiaro, non è una questione personale, si sono affrettati a dire, consiglieri e rappresentanti di partito. Il nodo, piuttosto, è squisitamente politico. Perché si parla di logiche spartitorie tipiche dell’abusato manuale Cencelli. E tecnico. Perché si tira in ballo una normativa (“Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190”, all’art. 7”) che prevede espressamente “il divieto a coloro che nei due anni precedenti abbiano fatto parte di un consiglio comunale con popolazione superiore a 15.000 abitanti  di conferire  incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico”. Insomma, secondo gli esponenti di centrodestra Salvemini”.
Il centrodestra vuole andare fino in fondo. I comunicati stampa e le prese di posizione non bastano più. Oggi i gruppi consiliari di Palazzo Carafa hanno deciso di prendere carta e penna e di scrivere direttamente al prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta per dirimere la questione.
“L’atto è illegittimo e va revocato”. I gruppi di centrodestra non hanno dubbi. E per avvalorare questa tesi citano sentenze e alimentano dubbi sul comportamento assunto dallo stesso Pagliaro. “Sembrerebbe – si legge nella lettera – che immediatamente dopo la proclamazione a consigliere comunale e immediatamente prima del decreto di nomina Pagliaro abbia presentato le proprie dimissioni”, quasi una “consapevolezza”
Ma di quali elementi disponeva Pagliaro quando si è dimesso? L’interrogativo dei consigliere di centrodestra innesca i dubbi sulla pianificazione di un percorso che avrebbe finito il suo iter con la nomina di Pagliaro ad amministratore unico della Lupiae Servizi. In caso contrario – fanno capire – perché mai avrebbe dovuto rischiare di ritrovarsi a piedi, fuori da Palazzo Carafa e senza poltrona presidenziale della partecipata? La risposta giungerà domattina quando – ne corso di una conferenza stampa in tandem con il sindaco Salvemini – Pagliaro replicherà punto su punto alle accuse del centrodestra.