«Il ritiro precampionato è come quando nasce un bimbo. Bisogna fare in modo che la crescita sia graduale con i passi giusti» Con questa similitudine Fabio Liverani ha iniziato la sua prima conferenza stampa da allenatore del Lecce in serie a. Per il mister partire bene dal ritiro significa costruire una squadra ben coesa così da sopperire alle défaillance strutturali che il Lecce ha nei confronti delle squadre più blasonate. «Già nelle due precedenti annate – continua il tecnico – si è visto come sia il gruppo a fare la differenza. In ritiro cercheremo di creare l’alchimia giusta, un qualcosa che va al di là delle situazioni tecnico-tattiche. Soprattutto in Serie A, quando ci sono gap oggettivi che ci costringeranno a sconfitte anche consecutive, la compattezza e l’organizzazione del gruppo possono impedire che non ci si demoralizzi. Noi dobbiamo essere umili nell’affrontare questa sfida, la stessa umiltà che ci ha permesso lo scorso anno di affrontare alla grande la Serie B.»
Liverani passa poi a parlare della rosa che partirà per l’Alto Adige nella giornata di oggi e dove resterà per due settimane. «Mi sarebbe piaciuto avere l’organico già completo, ma è impossibile che ciò possa avvenire entro il 15 di luglio. Sono molto contento degli acquisti sin qui fatti perché la scelta è stata condivisa con il direttore Meluso, dopo un attenta analisi e proprio nell’ottica di cercare di costruire un gruppo coeso. Abbiamo, quindi, cercato dei profili che fossero validi sul campo e anche fuori da esso. Durante il ritiro cercheremo di conoscerci meglio per esaltare le qualità dei singoli e nascondere i difetti.»
Come in un videogioco, dove aumenta sempre il livello di difficoltà, anche nella sua avventura leccese Fabio Liverani si confronta ogni anno con obiettivi sempre più difficili. Ciò comporta qualche preoccupazione in più, ma anche tanta adrenalina che si respira anche in città. «I tifoso ci avevano già dimostrato grande vicinanza lo scorso anno, per questo i dati degli abbonamenti sono il riflesso della grande passione che c’è per il Lecce e noi faremo di tutto per ripagarli del loro affetto. La stagione sarà in salita, ma comunque bella dopo sette anni nei quali il club non ha preso parte alla Serie A. Il nostro obiettivo principale è quello di lottare sino all’ultimo per la salvezza e di rimanere attaccati a quelle 4-5 squadre che lotteranno per tale traguardo. Per me è fondamentale il lavoro ed in questi giorni di ritiro dovremmo essere bravi a costruire nel più breve tempo possibile un progetto tattico che parta dal modulo sin qui adottato che è il 4-3-1-2. Anche perché le partite ufficiali non tarderanno ad arrivare. Solo quando la rosa sarà completa, cioè a fine mercato, potremmo provare ad adottare qualche modulo alternativo a questo.»
Proprio sulla campagna acquisti Fabio Liverani indica il numero di giocatori che mancano per far sì che il Lecce sia pronto ad affrontare la massima serie. «Ci mancano 3-4 giocatori in entrata. Yilmaz? È uno dei profili che leggo sui giornali, ma non mi piace parlare di giocatori che non sono nostri. Se dovesse arrivare sarebbe sicuramente un giocatore importante, ma in alternativa arriveranno calciatori che come lui possono fare la differenza.»
Liverani si sente più maturo rispetto alla precedente occasione in cui ha allenato in Serie A il Genoa. «Ogni allenatore che fa un percorso accumula esperienza e cresce. Questo vale anche per i calciatori giovani che vengono tacciati di non avere proprio l’esperienza dalla loro. Sono cresciuto come tecnico e soprattutto l’esperienza qui nel Salento è stata fondamentale. Di sicuro non mi aspettavo di arrivare così presto in Serie A con il Lecce.»
Infine il tecnico ha un pensiero anche per il suo ex compagno di squadra Sinisa Mihajlovic, che ieri ha annunciato di avere la leucemia e che dovrà affrontare un periodo di cure. «Mi trovo molto in difficoltà ad esprimermi con dei messaggi pubblici su questo argomento, in quanto molto personale. Sinisa è stato un compagno ed è un caro amico e posso solo dire che vincerà anche questa battaglia. Lo farà per lui e per la sua famiglia.»