Quando arrivò in Italia a 20 anni era per tutti un predestinato. Gabriel Vasconcelos Ferreira si era messo in luce, svolgendo tutta la trafila delle giovanili con la maglia del Cruzeiro e delle Nazionali brasiliane, così da convincere il Milan a credere in lui e a portarlo in Italia. Il ragazzo fece in tempo a vestire per due volte la maglia della Nazionale maggiore prima, però, di perdersi nell’attesa di un posto da titolare. Adesso a quasi 27 anni, dopo tanta panchina in A con Milan, Napoli e anche Cagliari (quando gli fu preferito Rafael, un altro brasiliano), Gabriel ha una nuova chance nel massimo campionato italiano, scelto da Meluso per contendere il posto a Vigorito. Nell’ultimo anno e mezzo il portiere carioca ha disputato buoni campionati di B, vincendo prima il torneo cadetto con l’Empoli (fu acquistato a gennaio) e poi arrivando ai play-off nella stagione appena conclusa con il Perugia, ma per la A è sicuramente una incognita.
La scelta è caduta su di lui dopo i vani tentativi per arrivare a Dragowski, portiere dell’Under 21 polacca di proprietà della Fiorentina. Fino a quando Corvino è stato in sella alle manovre di mercato della società viola, Dragowski era molto più di un obiettivo per il Lecce, ma, con l’arrivo della nuova proprietà statunitense, il giocatore è rientrato nei piani del tecnico Montella ed è stato tolto dal mercato. Meluso, per questo motivo, ha dovuto guardarsi intorno per assicurarsi un valido giocatore in uno dei ruoli più delicati. Alla fine la scelta è caduta proprio su Gabriel che domani si svincolerà dal Perugia e nei giorni successivi arriverà a Lecce per le consuete visite mediche. Per lui è pronto un biennale, ma non la certezza di avere il posto da titolare che dovrà guadagnarsi in ritiro in un duello con Vigorito, che ha saputo conquistarsi questa chance dopo l’ottima stagione passata, la prima da titolare vero in cadetteria.
Meluso, con questa scelta, da una parte si è assicurato un buon portiere a parametro zero, a cui dà una ulteriore possibilità per mostrare le sue qualità tecniche, dall’altra, però, rischia di far innescare una lotta per la conquista del posto da titolare in un ruolo dove il più delle volte è importante che siano definiti da subito i rapporti tra titolare e riserve. Solo il tempo dirà se questa è stata l’ennesima scommessa vinta di un direttore che in questi anni ha sbagliato davvero poco.
Intanto il direttore prosegue senza mai fermarsi in questa sua costruzione per consegnare a Liverani la miglior squadra possibile. Ci sono ancora i tasselli del difensore centrale e della prima punta da riempire prima di partire per il ritiro in Alto Adige.