LECCE – Di soldi nemmeno a parlarne. Almeno per ora. AI 270 lavoratori della Lupiae restano ancora senza stipendio. I malumori all’interno dell’azienda crescono 0con il passare dei giorni e delle ore. La situazione rischia di diventare insostenibile. Oggi nuovo sciopero dei lavoratori che hanno sfilato per le vie del centro sino a raggiungere la sede della società in via Foscarini e fare ritorno a Palazzo Carafa dove hanno incontrato il sindaco. Dal primo cittadino sono giunte risposte non ancora rassicuranti. Salvemini preferisce non sbilanciarsi fino a quando non avrà la certezza dell’erogazione del denaro sufficiente per pagare gli stipendi ai lavoratori. Lo ha detto a chiare lettere durante un vivace faccia a faccia davanti al portone d’ingresso di Palazzo Carafa.
Intanto questa mattina i vertici della Lupiae hanno presentato al Tribunale di Lecce un’istanza di concordato in continuità. Da questo momento in avanti ci sono a disposizione 120 giorni per presentare un piano di ristrutturazione per salvare l’azienda. E’ una procedura che potrebbe sbloccare il pagamento delle mensilità ai lavoratori, così come ha anticipato nei giorni scorsi il sindaco Salvemini. Ma ci vorrà ancora diversi giorni perché questa fase prevede un iter burocratico dal quale non si può fare a meno: il giudice dovrà nominare i tecnici che a loro volta dovranno poi fare le loro valutazioni prima di poter dare il semaforo verde al concordato e sbloccare così questi fondi.
Cgil, Cisl e Uil (e con loro anche Cobas, Ugl ed Rsu) continuano a sostenere i dipendenti in questa battaglia. Sono in corso in queste ore verifiche dei rappresentanti sindacali confederali legate alla possibile trasformazione del contratto di terziario e commercio in multifunzione. Condizione essenziale per il Comune, socio unico della Lupiae, per salvare l’azienda. Ma quanti soldi – se dovesse andare in porto questo passaggio – perderanno effettivamente i lavoratori in busta paga? Difficile al momento dirlo con esattezza. L’unica cosa certa è che il futuro della Lupiae è ancora in bilico.
Photogallery a cura di Andrea Stella
