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Il Lecce a Pescara. Dall’epica alla topica (arbitrale)

 

Il calcio è uno sport eccezionale, forse il più bello di tutti perché riserva sempre sorprese, facendoti passare dall’inferno al paradiso e viceversa in un batter d’occhio. Anche il tifoso del Lecce più ottimista ieri sera, dopo la prova offerta dai giallorossi nella prima mezz’ora di gara, non avrebbe mai potuto pensare ad una possibile rimonta con un uomo in meno in campo. Ed invece i ragazzi di Liverani hanno dimostrato che si può giocare bene anche in dieci e, mai come prima, di avere assimilato il credo calcistico del proprio tecnico. Liverani ha dato una mentalità e un gioco indiscutibilmente produttivo che, unito ad una grande determinazione, fanno sì che questo gruppo possa giocarsela oggi contro tutti. Per questo la sconfitta di Pescara brucia tantissimo e non soltanto per la scelta scellerata dell’arbitro che ha ridotto il Lecce in nove uomini, costringendolo così a rintanarsi nella propria metà campo e a subire quindi le offensive della squadra abruzzese nell’ultima parte di gara.

Il Lecce nel primo tempo ha sofferto la voglia di rivalsa, oltre che la qualità, del Pescara, una squadra ferita che veniva da due risultati non certo positivi contro Cittadella e Cosenza. Però, poi, è riuscita a ritornare a galla con il gol di Palombi facendo capire a tutti che il problema ieri sera all’Adriatico all’inizio di gara era soprattutto un problema di testa. Quello della concentrazione è uno dei difetti maggiori che attanaglia la squadra di Liverani e ieri i giallorossi sembravano spauriti all’inizio o forse erano troppo scarichi dopo sofferto successo di mercoledì scorso in casa con il Crotone. Mancosu e compagni, però, dopo aver visto il baratro con Mancuso che ha sfiorato il 3 a 0, da quel momento hanno ricominciato ad essere quella squadra che ha impressionato nelle prime 10 giornate di questo campionato cadetto. Il gol di Palombi, figlio di una disattenzione clamorosa della difesa pescarese, è stato comunque il simbolo di una squadra che non molla mai e che si aggrappa anche agli specchi pur di rimanere in vita.

La rete segnata negli ultimi minuti del primo tempo ha così sbloccato i giallorossi e nella ripresa si è visto un’altra squadra in campo. Prima la traversa di La Mantia e poi il gol di Tabanelli hanno marchiato a fuoco una gara che ormai era nelle mani del Lecce, sebbene fosse in inferiorità numerica per la giusta, quanto ingenua, espulsione di Calderoni. Ebbene credo che ogni tifoso, se avesse visto rintanarsi i propri beniamini indietro per via di una maggiore forza del Pescara, alla fine, anche davanti a una sconfitta, non avrebbe avuto di che recriminare. Ma quando il signor Di Paola della sezione di Avezzano ha sventolato il secondo giallo a Meccariello, reo a suo dire di un fallo tattico, allora la soddisfazione per una rimonta insperata si è tramutata in delusione e rabbia per un metro arbitrale totalmente differente tra l’una e l’altra squadra.

Nel primo tempo il Lecce aveva reclamato per un possibile fallo da rigore su La Mantia, che avrebbe causato anche la seconda ammonizione per Campagnaro, ma si sa che nel calcio gli episodi possono essere favorevoli o negativi e capita a un arbitro di sbagliare. Quando, però, è arrivata la seconda espulsione di giornata per i giallorossi, allora tutti i dubbi per una designazione “strana” hanno preso il sopravvento. L’Abruzzo non è la Puglia o la Campania, dove nella regione ci sono più squadre professionistiche e c’è un maggiore campanilismo tra province. In Abruzzo il calcio vero si gioca soltanto a Pescara e per questo la scelta di un arbitro originario di una cittadina molto vicina al capoluogo abruzzese, ha fatto storcere il naso a molti. Nella decisione di cacciare Meccariello il direttore di gara ha proprio peccato di buon senso, visto che il fallo era dubbio e che in quel momento di gioco era il Lecce a premere sull’acceleratore per vincere la gara. La decisione arbitrale ha avuto la conseguenza di tagliare le gambe ad un Lecce che ha saputo, comunque, reggere ancora per diversi minuti, finché l’invenzione di Del Sole non ha fatto calare il sipario su di una serata che sarebbe stata altrimenti epica.

Adesso, però, bisogna pensare soltanto alla gara con il Cosenza di sabato prossimo perché non dimentichiamoci che il Lecce è una squadra neopromossa e che deve raggiungere quanto prima la tranquillità in classifica per avere la serenità di togliersi grandi soddisfazioni già da quest’anno. La graduatoria è invece ancora corta con tante squadre raccolte in un fazzoletto di punti, così che basta una piccola distrazione per poter essere risucchiati nei bassifondi.