Via Calore, dove il degrado è di casa
LECCE – Si sentono prigionieri in casa propria gli inquilini delle case popolari che risiedono ai civici 11 e 13 di via Calore 11/13 a Lecce. Alla periferia della città sembra di essere in un altro mondo. Il cortile è delimitato dai nastri segnaletici, all’esterno pezzi di calcinacci ovunque e un degrado che la fa da padrone. A narrare lo scenario inconsueto e deprimente è Luca Russo, presidente dell’associazione Movimento in Libertà. “Qui è pericoloso – grida un’anziana che osserva curiosa nascondendosi dietro le tapparelle – da quando hanno iniziato i lavori di ristrutturazione i bambini non hanno potuto neppure giocare in cortile a causa dei vari pericoli che ci circondano”. Gli inquilini degli ultimi piani dei palazzi, si ritrovano gli appartamenti invasi dalle infiltrazioni d’acqua. “È un problema causato da un cedimento strutturale probabilmente aggravato dall’assenza di manutenzione degli ultimi anni”. “Durante l’intervento – aggiunge Russo – abbiamo appreso dai pochi residenti rimasti che non molto tempo fa sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco a causa di un cedimento strutturale causato da alcune tegole poste sul tetto degli piani alti”. Come se non bastasse il disagio esterno, i residenti hanno invitato il rappresentante dell’associazione all’interno delle loro abitazioni dove è presente muffa un po’ ovunque.
“Per garantire sicurezza, legalità e trasparenza – afferma il presidente di Movimento in Libertà , Luca Russo – si rende necessario un intervento primario sulle questioni Arca Sud divenute una piaga caotica e fuori il controllo dell’amministrazione. La gestione fallimentare attuata fino ad ora ha causato una mancanza di rispetto delle regole senza precedenti. Una situazione peggiorata negli ultimi anni per la totale assenza di un controllo da parte dei responsabili del servizio che ha finito per influire sui cittadini leccesi realmente bisognosi di un alloggio popolare e sui numerosi disabili in attesa di assistenza calpestando le liste di attesa ormai bloccate da diversi anni”. “Contro queste aberrazioni che ledono i diritti sociali della città e incrementano il malessere – conclude Russo – è opportuno in tempi brevi riorganizzare gli uffici delle politiche abitative, incrementare i fondi e le risorse umane del nucleo della polizia municipale riservato allo sgombero delle occupazioni abusive degli alloggi e verificare in maniera trasparente, capillare e costante la regolarità delle presenze”.