BARI – “Tap? Una balla elettorale. Lezzi e Di Battista sapevano”. La telegrafica e caustica affermazione rilasciata dal presidente della Regione Michele Emiliano avviene a poche ore di distanza dalla sortita del ministro per il Sud Barbara Lezzi che aveva ammesso: “Abbiamo le mani legate” dal “costo troppo alto che dovremmo far pagare al Paese” per fermare l’opera, un costo che “per senso di responsabilità non possiamo permetterci”. E ora l’attacco del Governatore di Puglia che riaccende il fuoco delle polemiche. Intanto dopo l’incontro di ieri a Roma convocato d’urgenza dal premier Conte sulla questione Tap, il Comune di Melendugno chiede la convocazione urgente di un tavolo tecnico pubblico per mettere in luce “le violazioni di legge che Tap ha perpetrato con l’obiettivo di realizzare il gasdotto e l’eccesso di potere da parte del Ministero dell’Ambiente in sede di non assoggettabilità dell’opera a Via”.
Da Melendugno si sta provvedendo ad inviare i primi documenti richiesti ieri dal Ministero dell’Ambiente, in particolare quelli relativi alla questione della mancata rappresentazione del reale stato delle praterie di Posidonia e Cymodocea, un habitat protetto dalla Comunità Europea. Il sindaco Potì fa sapere che verranno inviate inoltre le delibere di giunta, che richiedono l’istituzione del Sic e l’ordine del giorno in Consiglio Regionale con le mappature fatte da Arpa a San Foca e inviate anche al Ministero dell’Ambiente. “Tutta questa documentazione – sottolinea il sindaco Marco Potì – è già portata a conoscenza anche della Procura di Lecce”.
Oltre a questo si pone l’accento anche sugli eccessi di potere del Ministero dell’Ambiente in sede di verifica di non assoggettabilità a Via del progetto esecutivo del microtunnel, concessa in base a questa rappresentazione falsa della realtà e ad altre forzature e criticità.
La richiesta che giunge dal sindaco Marco Potì è chiara: “Alla luce di questo dossier che fa emergere gravi violazioni di legge e inadempienze da parte di Tap e anche dei funzionario del Ministero, il Comune di Melendugno chiede la convocazione urgente di un tavolo tecnico alla presenza degli esperti e dei tecnici del Comune stesso, di Arpa Puglia, della Regione Puglia, del Ministero dell’Ambiente e della stampa in modo che i giornalisti possano prendere direttamente consapevolezza di quanto stiamo sollevando e per dimostrare che il progetto si deve bloccare non per volontà politica, con le conseguenze applicazione di penali e risarcimenti, ma per violazione di legge da parte di questa multinazionale che vorrebbe operare in Italia”.