Cesine, una catastrofe: in fumo 50 ettari di vegetazione
VERNOLE- Il Salento continua a bruciare. Nelle ultime ore il rogo che da ieri mattina interessa una porzione del litorale adriatico, fra San Cataldo e San Foca, ha ripreso vigore a causa dei forti venti che interessano la zona, rimettendo a rischio l’Oasi Wwf delle Cesine.
I Vigili del fuoco hanno lottato tutto il giorno con i Canadeir prelevando tonnellate d’acqua dagli Alimini, e riversandole sulla zona e su quelle vicine per scongiurare altri incendi, ed hanno continuato a lottare tutta la notte agendo da terra, per cercare di limitare i danni. L’incendio, che in molti sospettano essere di natura dolosa, sarebbe scoppiato in località Strada Bianca a Torre Specchia, per poi espandersi a macchia d’olio, spinto verso sud dal vento. Una vera e propria catastrofe per l’ecosistema salentino, un vero e proprio schiaffo a quanti da anni si occupano di preservare e proteggere uno dei polmoni verdi della Puglia, una zona importantissima per la fauna e la flora che ora sono gravemente minacciate.
Secondo una recente stima, sarebbero andati in fumo ben 50 ettari di vegetazione, una catastrofe per l’ultimo tratto superstite delle vaste paludi costiere che un tempo caratterizzavano il litorale tra Brindisi ed Otranto.
Devastata la pineta delle Cesine, in pericolo le abitazioni che affacciano su una pineta nelle vicinanze della strada provinciale Lecce-Torre Specchia, minacciato Parco Manà, lambiti dalle fiamme alcuni lidi.
Ore di angoscia per quanti, presenti sul luogo hanno visto il cielo cadere in un buio irreale, con il sole coperto da una spessa coltre di fumo grigio.
E come l’incendio, divampa anche la rabbia di cittadini e istituzioni. Parole di sconcerto e condanna nei confronti di possibili piromani, giungono dalle amministrazioni di Vernole e Melendugno, che ribadiscono quanto possa essere improbabile, in una giornata con quelle determinate condizioni atmosferiche, un incendio accidentale e non volontario. Un vero disastro naturale che per l’Assessore Regionale all’Ambiente Gianni Stea “è uno schiaffo a quella Puglia che vede nelle tutela della natura e dell’ecosistema, la fonte di nuove opportunità di sviluppo turistico, culturale e sociale. Adesso lasciamo lavorare i Vigili del fuoco – che ringrazio per la loro instancabile opera – ma se il rogo dovesse rivelarsi, come temo, di natura dolosa, la Regione è pronta a costituirsi parte civile, mentre da subito mi impegnerò affinché le nostre aree protette possano essere messe in sicurezza, sia con le dovute operazioni di sorveglianza per il rispetto delle regole, sia con la bonifica del territorio dai rifiuti.”
E ancora “Stiamo parlando di un patrimonio naturalistico dall’inestimabile valore che deve essere preservato ad ogni costo, affiancando alle necessarie operazioni di prevenzione, una rigorosa azione di repressione”.