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Lecce, l’Unione ritrovata e il pasticcio Chiricò

A quasi una settimana di distanza dall’infuocata gara con la Salernitana, iniziano a diradarsi le nubi che aleggiavano minacciose sul Via del Mare. Se il Lecce, inteso come squadra, nella notte di domenica aveva mancato per la seconda volta la prima vittoria in campionato per colpa soprattutto di un marchiano errore arbitrale, la buona prestazione offerta ha subito allontanato qualsiasi tipo di critica. Il Lecce come società, invece, ha creato quella stessa sera una frattura importante con la tifoseria più accesa, la curva nord, per aver mandato in campo Mino Chiricò, il giocatore che gli ultrà contestano dal primo momento in cui ha indossato nuovamente la maglia giallorossa.

In settimana le tante voci emerse sui social e in giro per la città, avevano fatto credere che all’interno della società di via Costadura si fosse creata una frattura tra il Presidente Sticchi Damiani e il resto dei soci. Motivo del dissapore sarebbe stata la mancanza di linea comune sull’utilizzo o meno del giocatore. Da una parte Sticchi Damiani, che le voci schieravano “vicino”  agli ultrà, propenso a non utilizzare Chiricò, dall’altra Liguori che sarebbe stato invece favorevole alla presenza in campo del discusso attaccante.

Oggi, finalmente, il vice presidente Liguori ha voluto chiarire, in un post su Facebook,quanto queste voci sono infondate eche il rapporto in seno alla società è sempre stato sereno. Un bel messaggio che, come detto, serve adiradare quelle nubi che troppe voci avevano cercato di addensare sul Via del Mare. Potrebbe anche darsi che un fondo di verità su queste incomprensioni ci sia e non ci sarebbe nulla di cui scandalizzarsi se tra soci di un club ci fossero tali litigi. L’importante è chiarirsi e far prevalere l’obiettivo prefissato, cioè quello di mettere le radici in B per poi costruire nei prossimi anni una squadra che lotti per la A.

Adesso per la società giallorossa sarà importantissimo far pace con la curva,per dar modo a Liverani di lavorare sereno per far maturare un gruppo che ha giàdimostrato grandi potenzialità. Questa società in due anni e mezzo ha realizzato il sogno di tutti i tifosi, quello di tornare in B, e, adesso che la categoria è stata raggiunta, non bisogna permettere che si creino fratture o anche solo piccole crepe all’interno del giocattolo.

Non si può negare che la società sulla questione Chiricò abbia peccato di ingenuità. Meluso avrà anche preso da solo la decisione di acquistare il giocatore, ma qualcuno in società avrebbe potuto stopparne l’acquisto. Chiricò è sicuramente un giocatore valido sul piano tecnico, ma il suo storico con la tifoseria del Lecce avrebbe dovuto sconsigliare dal riportarlo nel Salento. Adesso sarebbe importante che la serie B tornasse a 22 squadre (la sentenza è prevista tra poche ore) per avere maggiori possibilità di salvarsi (le percentuali di mantenere la categoria si alzano con più club se si tiene conto che anche a 19 le retrocessioni sarebbero sempre 4) e per far riaprire il mercato in entrata delle ripescate così da intavolare una nuova trattativa di cessione.

Il Lecce oggi ha bisogno come non mai di risolvere il problema della seconda punta. Liverani domenica ha messo Chiricò perché era l’unica alternativa valida per impensierire la Salernitana, mancando Palombi e avendo usato Falco come punta di movimento. Il mister ha dimostrato di non credere in questo momento in Torromino, come non crede in Armellino a centrocampo, quindi solo con la cessione della punta, invisa agli ultrà, si potrà vedere tra i tanti svincolati l’attaccante (Marilungo?) che può fare al caso del Lecce.