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Negramaro, amore che torni…a casa

di Valeria Coi

LECCE – “Ciao casa!” Sono le prima parole di Giuliano Sangiorgi davanti al pubblico in delirio allo Stadio di via del Mare di Lecce, in quello stadio in cui i Negramaro quando ancora non erano uno dei gruppi più amati e apprezzati del panorama musicale internazionale, ci andavano a guardare le partite del  Lecce e cantavano cori da stadio. Quel posto lo avevano visto gremito di tifosi e chissà se già allora sognavano di riempirlo per un loro concerto, per l’ultima tappa del loro tour “Amore Che Torni 2018”, che ha registrato il sold out e con la quale, dopo Lignano, Milano, Roma, Pescara, Messina, hanno voluto chiudere il cerchio; loro che hanno calcato i palchi più importanti, ma mai hanno tagliato il legame con la loro terra; radici profonde che coltivano ovunque vadano, concetti di amore, famiglia e casa, che li accompagnano in ogni angolo del mondo perché Lecce, dice Giugliano, è la città più luminosa dell’universo.

Ed è proprio il concetto di casa che torna sempre, prima di ogni canzone: ‘casa, Salento, Puglia’ ripete spesso Giuliano dal palco di Lecce. Un palco spettacolare (è stata necessaria una settimana per montarlo), con tre maxi schermi, una lunga pedana frontale e due altre più piccole laterali per poter stare a contatto con tutti il più possibile, più 5 palchetti mobili che trasmettevano dei video e, tra prato, curva nord e tribune, circa 30 mila spettatori provenienti da tutto il Mezzogiorno.

“Io a casa voglio parlare, vi va se vi parlo? Io a casa me la prendo comoda… Siamo tornati carichi di vita – dice il cantante – ho voglia di parlare, a Lecce lo devo fare; volevo dare il benvenuto a Bianca di Andrea e Lavinia, una nuova vita, perché i bambini sono questo: tutta vita da difendere. Auguri anche a Lele che ci ha dato il lieto annuncio e poi io… io avrò una bimba, grazie Ilaria!”.

L’approccio di Giuliano a Lecce è proprio familiare, è proprio “di casa”, tanto che non si sottrarre a divertenti battute in salentino come ‘statte citta n’attimu!” (Stai zitta un attimo), sorridendo ad una ragazza che evidentemente gli parlava in continuazione mentre lui cercava di intonare insieme alla folla un coro. 

I Negramaro partono subito forte, la folla è in delirio su “Fino all’imbrunire”, primo singolo estratto da “Amore che torni”, brano che ha la voce anche della nipotina di Giuliano.

Dal primo brano, fino all’ultimo, ogni preambolo è un inno ed un grazie a Lecce e al Salento. 

Una doverosa scrematura dei tantissimi pezzi della band ha visto protagonisti in scaletta: “Ti è mai successo?”, poi uno dei classici: “Estate” e ancora “Sei tu la mia città” (Lecce, la nostra città, dice Sangiorgi). “Il posto dei Santi” è seguita da “Mi basta”.

Il concetto è chiaro “Noi cantiamo l’amore – dice Giuliano – cantiamo l’amore in un mondo cinico, ma noi ci crediamo e continuiamo”. Il riferimento non è affatto casuale, perché dopo “Amore che torni”, “Attenta” e “Parlami d’amore” è il turno di “Per uno come me”, questa volta non cantata, ma quasi interamente recitata, accompagnata solo dalla chitarra classica: 

… “Io rimango in superficie 

che vado a fondo in un istante 

sono di piombo le mie gambe a volte sai 

basterebbe poi dirsi 

che va bene anche così 

senza incontrarsi 

l’importante è che tu sappia 

che almeno noi in questa galassia 

siamo due punti sì lontani 

ma equidistanti 

come due stronzi…

… Amami anche se non mi conosci 

ti prego amami anche se siamo nascosti 

amami senza paura del mare 

senza respiri più da trattenere 

amami e basta senza più sapere se verrò a prenderti lì”.

Il mare dovrebbe unire e non dividere, il tema è quello attualissimo dell’immigrazione e delle vite umane che non riescono a “restare a galla”.

Su uno dei palchetti mobili che portano a spasso i musicisti sul palco, arriva il momento di Giuliano Sangiorgi voce e piano: una dedica al padre scomparso e un bacio a cielo, un saluto alla madre presente al concerto e poi il medley “Basta così” e “Solo per te” (che ha fatto cantare tutto lo stadio all’unisono), “Solo 3 minuti”; “Sei”; “Lo sai da qui”. 

“Tutto qui accade” per tornare a “saltare”, ma passati a “L’ immenso”  le emozioni da brivido sono inarrestabili e scorrono, da cuore a cuore, per tutto lo stadio. Un lungo applauso a Dolores O’Riordan sulla canzone “Senza fiato”, che il leader dei Negramaro ha cantato sospeso nel vuoto per ‘salutare’ la cantante dei Cranberries, scomparsa a gennaio, con la quale aveva inciso la colonna sonora del film “Cemento armato”. 

“Ciao Dolores!”, dice Giuliano, mentre una loro foto campeggia sul palco.

“Via le mani dagli occhi” e poi la cover della celebre “Meraviglioso” di Domenico Modugno, che Sangiorgi dedica al Lecce “Il bene di una squadra che ama solo te, meraviglioso!”, con tanto di sciarpa giallorossa, “Quest’anno dobbiamo tornare in A”, urla il cantante. 

Immancabile “Mentre tutto scorre”, pezzo che ha visto esordire i Negramaro sul palco di Sanremo 2005. 

Si chiude con le mani in alto, le parole urlate e i salti a ritmo di musica sulle note di “Tra nuvole e lenzuola”. E poi i saluti da parte di tutti: Giuliano Sangiorgi, Emanuele Spedicato, Ermanno Carlà, Danilo Tasco, Andrea Mariano e Andrea De Rocco.

I Negramaro sono tornati a casa dopo quasi 20 anni per far scorrere i titoli di coda di un tour che ha avuto un grande successo in tutte le tappe d’Italia. Per loro un sogno che si avvera, un messaggio in un mondo disincantato, per non dimenticare che “tutto qui accade”, perché l’amore può tutto, l’amore è la forza più grande e potente del mondo; l’amore “torna” sempre