LE CITTA’ INVISIBILI – Questa rubrica, “Le città invisibili”, trae il suo titolo direttamente dall’opera omonima di Italo Calvino. Ognuna delle diverse città descritte da quest’autore può essere intesa anche come espressione nascosta, invisibile appunto, di un’unica realtà, quella dell’animo umano. E così, come nel caso appena ricordato, anche il corpo delle città reali, oggetto dei prossimi nove appuntamenti, si mostrerà mitologico nel presentarsi con più volti, più aspetti, più racconti di sé che appaiono spesso invisibili per scelta, per fretta, per nostra incomunicabilità.
Quell’invisibilità sarà il corpo, la materia di cui saranno fatti, come forse già i sogni, anche i racconti di queste pagine. Statue, dipinti, sculture, totali o parziali, così come le città, documenti e disegni; tutti frammenti, orfani del loro spazio, cui si cercherà di ricostruire un orizzonte di senso. Sono apparentemente silenziosi o distanti, ma in realtà spesso sono proprio davanti ai nostri occhi; a volte addirittura li tocchiamo, a essi ci appoggiamo coinvolgendoli nelle nostre vite. Eppure quei frammenti, dietro questo velo di apparente quotidianità, nascondono l’invisibile strato del tempo e delle loro e nostre stesse vite così come quando, dalle coste otrantine, appare il profilo delle montagne d’Albania in certi giorni di tramontana.
“Le città invisibili” avrà cadenza quindicinale. Il primo appuntamento è in programma sabato 14 aprile, alle ore 13.30. Fabio Antonio Grasso accenderà i riflettori sulla chiesa di San Francesco della Scarpa.