LECCE – Via libera al bilancio di previsione 2018 e pluriennale 2018-2020. Nessuna sorpresa oggi in aula consiliare di Palazzo Carafa dove è approdato l’importante strumento contabile. La nuova maggioranza di centrosinistra supera agevolmente l’esame grazie al previsto appoggio dei tre consiglieri di centrodestra di Prima Lecce (Antonio Finamore, Laura Calò e Paola Gigante) che nei giorni scorsi hanno siglato il cosiddetto “Patto per Lecce”.
Unico, piccolo, scricchiolio nel centrosinistra è stato provocato dall’emendamento presentato da Massimo Fragola di Andare Oltre che prevede la riduzione del 5%, vale a dire di un importo pari a 45mila euro delle indennità degli amministratori comunali per l’acquisto di pacchi alimentari a supporto delle persone che versano in condizioni di disagio economico. Una proposta rimasta al palo per via delle “resistenze” di qualche esponente di maggioranza, sostenuta a gran voce davanti da alcuni rappresentanti dell’associazione di volontariato Pronto Soccorso dei Poveri che hanno inscenato un sit in davanti a Palazzo Carafa. Per ora non se ne farà nulla. Perplessità sono state espresse dal consigliere pentastellato Fabio Valente (“un contentino alla gente che è in estrema difficoltà”), dal consigliere azzurro Paride Mazzotta (“non è stabilito un metodo con cui ripartire i pacchi alimentari”) e, in particolare, dal sindaco Salvemini che ha invitato il consigliere Massimo Fragola a ritirare l’emendamento e a trasformarlo in una mozione: “E’ una proposta che sconta qualche limite: oggi Lecce deve puntare con più qualità a realizzare interventi destinati alle famiglie deboli assemblando tante iniziative che consentono una lotta alle nuove povertà”.
Stop anche all’emendamento di 94mila euro sul Fondo di accantonamento- fondo di riserva, respinto al mittente per questioni tecniche.
Per il resto tutto è filato liscio, o quasi. Con l’ex assessore al Bilancio Attilio Monosi, soprattutto, nel ruolo di censore e il sindaco Salvemini pronto a gettare acqua sul fuoco per spegnere sul nascere critiche e polemiche. Ma andiamo con ordine. Non cambia l’addizionale Irpef, che resta ancorata allo 0,7 per mille. Passa anche il regolamento per l’applicazione dell’Imposta Unica Comunale (Iuc), un altro balzello che si compone di altri tre tributi: l’Imu (Imposta municipale propria), la Tasi (tributo per i servizi indivisibili) e la Tari (tassa sui rifiuti) Sulla Tari, in particolare, si è innescata una minibagarre in aula consiliare. La tassa sarà aumentata per via del noto contenzioso del Comune di Lecce con altre Amministrazioni e con alcune ditte che gestiscono il servizio di rifiuti. Si parla di circa 4 milioni e mezzo di euro che verranno scaricati sui cittadini, “Il Comune di Lecce va difeso – ha tuonato Paolo Perrone, ex sindaco e attuale consigliere comunale di Fratelli d’Italia – altrimenti sarà difficile chiedere maggiori sacrifici ai cittadini”. Più coraggio, insomma. Secca la replica del sindaco Salvemini: “Mi sarei aspettato dignitoso silenzio vista la grave situazione economica” ereditata dalla precedente Amministrazione”. Il provvedimento è passato con i voti della maggioranza e quello del sindaco.
Semaforo verde anche per il Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni Immobiliari per il triennio 2018-2020, non senza una coda polemica del consigliere Monosi. Quindi spazio al bilancio di previsione. Un bilancio definito “ingessato” dal consigliere comunale Gaetano Messuti che ha rimarcato la tendenza a “privilegiare alcuni interessi particolari rispetto a quelli generali”. “Non è stato semplice né facile – ha fatto sapere il sindaco Carlo Salvemini – riuscire soprattutto a garantire equilibri economico-finanziari e discontinuità rispetto al passato”. Ad aprire il fronte squisitamente politico ci pensa il capogruppo di Fratelli d’Italia Michele Giordano che ha ripercorso la vicenda legata all’anatra zoppa. Ma è l’ex sindaco Paolo Perrone ad attaccare, a cominciare dai dieci punti inseriti nel Patto per Lecce: “E’ la dimostrazione che questa Amministrazione ha il fiato cortissimo”. A puntare l’indice contro Salvemini è stato il consigliere Mauro Giliberti: “Non avresti dovuto mostrare i muscoli, ma cercare convergenze, fare una politica alta. Fossi nei suoi panni io non esulterei. Non stai scrivendo una bella pagina. Non stai vincendo. Stai soltanto andando avanti”. A difendere il primo cittadino ci ha pensato il consigliere Antonio Rotundo: “Ma qual era l’alternativa? Il Commissario prefettizio. Sia chiaro, l’anatra zoppa non è un ribaltone. Siete stati degli irresponsabili ad aver detto ‘meglio il Commissario!’”. “Questa è una porcheria, poche storie”, ha tuonato il consigliere Angelo Tondo. Ma il primo cittadino non ci sta: “E’ un’affermazione che svilisce. Potete mandarmi a casa quando volete, basta presentare una mozione di sfiducia. Non ho nessun interesse a restare un minuto in più su questa poltrona se dovessi rendermi conto che non ci sono più le condizioni per andare avanti”. Ovviamente servono anche i numeri.
Alla fine il bilancio è passato: 18 i voti favorevoli, 15 i contrari.