LECCE – Salvemini? Ha fatto una brutta figura. E io non c’entro nulla con l’operazione dei tre ex consiglieri di Grande Lecce. Piuttosto sono pronto a dare vita al nuovo gruppo consiliare della Lega a Palazzo Carafa. Roberto Marti precisa e rilancia. Il terremoto scaturito dall’adesione dei suoi fedeli consiglieri Antonio Finamore, Paola e Laura Gigante nelle al Patto per Lecce coniato dal sindaco Salvemini per salvare la sua Amministrazione trova oggi una risposta dal neosenatore leghista che ha dato appuntamento alla stampa all’Hotel Tiziano. “Non c’erano lacci e lacciuoli che tenevano nulla e nessuno, non c’erano ghigliottine per portare al voto nessuno”. Quell’atto, il Patto per la città,unilaterale per giunta, come ha sottolineato il consigliere Alberto Russi, l’unico che ha preferito non seguire la strada imboccata dai suoi ex colleghi di lista – rappresenta “un falso problema”. Secondo Marti sarebbe stato sufficiente inserire qualche emendamento al bilancio per evitare questo bailamme. Ecco dove hanno sbagliato i tre. “Invito gli amici ad aver rispetto per la lista in cui sono stati eletti e quindi a restare nel recinto del centrodestra”. Quanto a Salvemini ha sbagliato a “lanciare un ultimatum: poteva procedere tranquillamente”. Ma il senatore leghista ammette che un eventuale commissariamento di 13 mesi non sarebbe stato positivo.
Ad ogni buon conto Marti fa sapere di non aver vestito i panni da regista, come si mormora da più parti, “perché tra me e il sindaco esiste un solco che ci divide: accordi con Salvemini non ne ho fatti e non ne potrò mai fare”. Punto.