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Ecografia ed ecodoppler dal medico di base

Nello studio del medico di famiglia si potranno effettuare ecografie ed ecocolodoppler. Lo prevede il rinnovo del contratto alla firma in questi giorni.

Dopo quasi 10 anni è pronta la nuova convenzione con i medici di famiglia. La Sisac, la struttura di parte pubblica preposta ai rapporti in convenzione, ha convocato i sindacati di categoria per il 29 marzo per rinnovare il contratto nazionale.

Nell’incontro, tra le tante novità, si parlerà anche della possibilità di effettuare esami diagnostici di primo livello negli studi dei medici di base.

Lo scopo è quello di evitare accessi impropri al Pronto soccorso, una migliore gestione del paziente cronico e un contenimento delle liste di attesa.

La novità più importante è il coinvolgimento dei medici nella diagnostica di primo livello. In sostanza, negli studi medici organizzati in Gruppo (quindi non in tutti), viene previsto l’utilizzo di ecografi di ultima generazione, rispondenti a precisi requisiti, in grado di diagnosticare alcune patologie, senza ricorrere alle strutture territoriali.

Gli esami diagnostici di 1° livello comprendono, essenzialmente, tutta una serie di ecografie . Per esempio:

Ecografia all’addome – ecografia del collo – del muscolo tendineo – della mammella – del polmone – dei grossi vasi addominali – ecocolordoppler venoso arti inferiori – dei tronchi sovraortici ecc….

L’ecografo è uno strumento che richiede una preparazione da parte del medico che lo utilizza. Se l’accordo verrà firmato, molti studi medici di Gruppo si organizzeranno per avere all’interno il medico abilitato all’uso dell’ecografo.

La prestazione prevede il pagamento di un ticket che potrebbe essere scontato e quindi inferiore a quello attuale. Naturalmente c’è il vantaggio che non bisogna attendere tempi lunghi. Oltre alla comodità di non dover prenotare e recarsi nei poliambulatori.

Con il rinnovo del contratto si apre per i medici di famiglia che si costituiscono in Gruppo tutta una serie di collaborazioni finalizzate a trasferire una parte del “carico” della sanità sul territorio.