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Il dosso di viale Leopardi rischia di diventare una trappola

LECCE – Per fortuna è andata bene. Lievi ferite e null’altro per il motociclista che ieri pomeriggio è incappato in un incidente sull’attraversamento pedonale nuovo di zecca di viale Leopardi. Un vero e proprio dosso che rischia di trasformarsi in una trappola per chiunque: automobilisti, bikers, ciclisti, per non parlare dei mezzi di soccorso che debbono necessariamente pigiare sull’acceleratore in caso di emergenza. Era stato realizzato per garantire maggiore sicurezza, ma fino qualcosa non è andata per il verso giusto. I dossi artificiali (c’è anche quello su viale Porta d’Europa) non fanno dormire sonni tranquilli, per un semplice motivo: sono fuorilegge.

A tornare sull’argomento è stato Luca Russo, presidente del Movimento in Libertà: “I fantomatici Speed table sono irregolari e pericolosi per i motociclisti. L’incidente avvenuto ieri ne è una testimonianza. Per questo motivo abbiamo offerto il nostro contributo in Commissione chiedendo che sia posta particolare attenzione alle segnaletiche verticali e facendo in modo che vi sia la possibilità di un tempestivo margine di tempo per scongiurare un eventuale errore di guida. Occorre anzitutto segnalare in maniera efficace il dissuasore per evitare che chiunque lo attraversi si trovi impreparato”.

Il presidente della Commissione, Giorgio Pala e i componenti hanno espresso la volontà di effettuare nell’immediatezza le verifiche del caso e successivamente avviare i lavori. La legge, d’altronde, parla chiaro: l’articolo 42 del Codice della Strada fa esplicito riferimento ai cosiddetti “sistemi di rallentamento ad effetto ottico” che devono essere realizzati mediante “applicazione in serie di almeno 4 strisce bianche rifrangenti con larghezza crescente nel senso di marcia e distanziamento decrescente”. I dossi artificiali devono essere “evidenziati attraverso zebrature gialle e nere parallele alla direzione di marcia” (e non bianche e nere come negli altri attraversamenti pedonali), “visibili sia di giorno che di notte”, e possono essere realizzati “solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati, nei residence; possono essere installati in serie e devono essere presegnalati. Ne è vietato l’impiego sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento”.

E ancora: “I sistemi di rallentamento ad effetto acustico sono realizzati mediante irruvidimento della pavimentazione stradale ottenuta con la scarificazione o incisione superficiale della stessa o con l’applicazione di strati sottili di materiale in rilievo in aderenza, eventualmente integrato con dispositivi rifrangenti. Tali dispositivi possono anche determinare effetti vibratori di limitata intensità”.

Insomma, non ci siamo proprio. Ora occorre mettersi al lavoro. E in fretta. Per il bene di tutti.