Europa, Strazzeri: “Al Parlamento il potere legislativo”
Di seguito un intervento di Irene Strazzeri, candidata al Senato nel collegio uninominale Puglia 5, (Lecce, Nord Salento):
“E’ giunto il momento di ripensare l’Europa, rivedere i rapporti istituzionali e interistituzionali, rimettere al centro la volontà democratica evitando di perdersi in sterili e limitativi dibattiti su Euro-sì ed Euro-no. I problemi (e le prospettive) del Vecchio Continente sono altri. Lo sappiamo bene noi esponenti di Liberi e Uguali che promuovemmo e organizzammo per primi il No al referendum costituzionale del 4 dicembre riempendolo di contenuti e spiegandone le ragioni vere. Per questo saremmo ben felici di essere motori del superamento del bicameralismo paritario europeo.
Come è noto, difatti, il Consiglio Europeo, ad oggi, ha potere di veto su tutte le decisioni del Parlamento europeo, penalizzato altresì da un rapporto fiduciario nei suoi confronti da parte della Commissione. La dimensione privilegiata dagli attuali trattati, in una parola, è quella intergovernativa. E le conseguenze sono facilmente immaginabili: un deficit di democrazia che si tocca con mano.
Ebbene, noi ci battiamo perché il testimone passi a una dimensione democratica, in cui il Parlamento diventi unico depositario del potere legislativo, senza obbligo di condivisione con il Consiglio. Un passo fondamentale che suggellerebbe, finalmente, un rapporto fiduciario diretto con la Commissione europea, intesa collegialmente, e con i suoi singoli Commissari.
Quanto alle disquisizioni di natura economica, è giunto il momento che il Parlamento allarghi in maniere significativa i suoi margini di discrezionalità sulla politica economica, di bilancio, monetaria. Tutti gli indirizzi di politica economica, compresi quelli legati all’austerity dovranno lasciare spazio ad un piano di investimenti fondato sui principi di redistribuzione e solidarietà fiscale. E’ questa l’Europa che vogliamo. E’ questa l’Europa che dialoga e va incontro alle esigenze dei cittadini. E in quest’ottica è necessario che il nostro Paese riscopra le sue antiche vocazioni che lo videro protagonista del dialogo con il mondo arabo e il Nordafrica nelle fasi decisive della vicenda nazionale ed europea affacciandosi così verso il suo mare e abbandonando così le avances e le velleità nordcentriste”.