Nel calcio i numeri contano, sono essenziali, ma non dicono sempre tutto. Perché poi ci sono gli uomini, gli stati d’animo, i momenti che mutano nel corso di una stagione. Il 3 a 1 rifilato al Catanzaro ieri pomeriggio dagli uomini di Liverani ha lo stesso valore in termini di numeri di quello fatto registrare a settembre quando i giallorossi si imposero in Calabria con lo stesso punteggio, ma non ha lo stesso valore in termini di importanza. Perché in questo momento dell’anno i punti pesano di più e quando si incontrano squadre sgombre mentalmente è ancora più difficile portare a casa i tre punti.
Quest’anno però il Lecce ha un valore in più rispetto ad altri anni ed è quello portato da Fabio Liverani. Ieri in sala stampa anche il tecnico ospite Dionigi ha ribadito un concetto che è sempre più chiaro nell’ambiente giallorosso: quest’anno il Lecce ha una guida sicura che porta a vincere anche nei momenti di difficoltà. Negli anni passati difficilmente il gruppo arrivava compatto e forte psicologicamente alle gare decisive, mentre quest’anno si vede che è sul pezzo anche nelle gare dove oggettivamente trova difficoltà, come accaduto ieri. Quando Cosenza ha salvato il vantaggio calabrese con una perla difensiva, trasformando un pericolo in una ripartenza da cui è scaturito il 2 a 1, si è vista la grande forza di una squadra a cui non si possono lasciare mai troppi spazi. Il Catanzaro ha tolto il ritmo e il fiato al centrocampo leccese per quasi un’ora, ma quando ha pensato che la gara l’avrebbe anche potuta vincere, è emersa la forza mentale degli uomini di Liverani che hanno subito punito gli avversari.
Liverani ha sorpreso nuovamente per le scelte, buttando subito nella mischia i due nuovi arrivati, Saraniti e Tabanelli e ha riproposto dal primo minuto Dubickas. Saraniti ha dimostrato che ha le qualità che servivano alla squadra e che per sfondare nel calcio a volte ci vuole fortuna, perché sembra strano che il ragazzo, con le abilità che ha, abbia trovato solo a 29 anni la consacrazione in una piazza di livello. Tabanelli ha fatto vedere che la tecnica c’è, ma deve ancora inserirsi in un ruolo molto particolare, infatti nel secondo tempo con Tsonev la manovra è stata più fluida e anche Mancosu ha sofferto meno in copertura.
Rispetto ad altre gare, Di Piazza e Torromino non hanno preso bene l’esclusione dall’undici titolare, il primo giocando uno spezzone di gara deludente con il freno a mano tirato e il secondo avviandosi silenziosamente negli spogliatoi appena concluso il match. Quest’anno, però, le polemiche si bloccano sul nascere perché Liverani ha fatto capire, dal suo primo giorno nel Salento, come tutti debbano dare il massimo ogni giorno per conseguire a maggio l’obiettivo che in questa città si cerca da settembre 2012. Ieri in sala stampa il tecnico ha ribadito un concetto chiaro e lineare: tutti devono impegnarsi per poter ambire a giocare titolari. Tra le righe si legge un palese monito ai suoi due attaccanti, ma, ribadiamolo, la discussione finisce qui perché il tecnico ha la forza per gestire queste situazioni e la chiarezza per parlare a giocatori, stampa e tifosi sempre allo stesso modo.