Lecce-Catania: la carica dei 18mila
Lecce e Catania si rincontrano dopo 4 mesi, ma sembra un’eternità. Dalla gara del 9 settembre scorso nella quale i giallorossi persero nettamente per 3 a 0 al Massimino tutto è cambiato in casa Lecce, a partire dal manico, visto che quella gara spinse l’allora tecnico Rizzo a lasciare la guida della squadra. Anche il gruppo giallorosso è apparso in questi mesi sempre più consapevole delle proprie possibilità di agguantare la promozione diretta. Oggi il comandante si chiama Fabio Liverani e con lui il Lecce non ha mai perso e soprattutto è cresciuto tecnicamente in quasi tutti i suoi uomini.
«Sarà una grande opportunità – esordisce il tecnico Liverani in sala stampa alla vigilia del big match – per capire quanto siamo cresciuti a distanza di 4 mesi. La partita è importante, ma non decisiva perché poi ci saranno ben 45 punti in palio e quelli determineranno chi alla fine farà il salto diretto in serie B».
L’ambiente è carico e allo stadio si prevede un’affluenza di almeno 18000 spettatori.
«Spero che alla fine si arrivi a vedere 20000 persone al Via del Mare – continua il tecnico – perché sarebbe un bel premio per i miei ragazzi che, da quando sono arrivato, hanno lavorato sodo e in silenzio per guadagnarsi la fiducia del pubblico. Per noi sarà una partita da vivere serenamente con la consapevolezza di avere i nostri tifosi sugli spalti».
Liverani ha tutti a disposizione tranne Pacilli. «Tutti i miei calciatori hanno potenzialmente i 90 minuti nelle gambe, compresi Costa Ferreira e Tsonev. Ho molti dubbi sulla formazione da mandare in campo e questo è un bene perché significa che ho una rosa tutta molto valida. Legittimo? È un ottimo innesto perché è un difensore aggressivo in marcatura e ha un buon piede nelle ripartenze. Inoltre è come se stesse con noi da sempre visto che è del luogo e ha giocato in questa squadra poco tempo fa».
Infine il tecnico giallorosso chiosa sulla guerra di nervi che in questi mesi la dirigenza del Catania ha voluto imbastire contro il Lecce. «Le dichiarazioni che leggo sui giornali mi fanno solo sorridere, ma non ci presto molta attenzione. A me piace lavorare sul campo perché è il campo che alla fine decreta chi è il vincitore di una competizione sportiva».