MAGLIE – “Arbeit Macht Frei” (in italiano, “Il lavoro rende liberi”). E’ la scritta che è comparsa ieri davanti al Centro migranti di Maglie, in via San Domenico Savio. La stessa che campeggiava sull’insegna installata all’ingresso dei campi di concentramento nazisti, in particolare ad Auschwitz, Un brusco ritorno ad un infausto passato che non è passato inosservato. Per la segretaria generale della Cgil di Lecce, Valentina Fragassi, è “un’offesa alla storia ed all’identità del nostro Paese. La Cgil è da sempre un sindacato antifascista e condanna qualsiasi espressione che inneggi, ricordi o che semplicemente si riferisca ad una pagina tragica della libertà e dei diritti dei cittadini italiani ed europei”.
“Questo episodio – continua – evoca un periodo della storia in cui dietro alla parola “lavoro” si nascondevano progetti di annientamento psicologico, fisico e morale di un popolo. Una connotazione beffarda e minacciosa che riecheggia nella scritta degli sconsiderati che hanno lasciato il graffito a Maglie: anche qui il “lavoro” sembra sventolato – sotto gli occhi di persone che lasciano le proprie case, la propria famiglia e la propria nazione – come fosse un miraggio di libertà e non effettivo strumento di emancipazione dell’uomo”.
Sull’accaduto sono in corso indagini da parte delle forze dell’ordine