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Lecce a Catanzaro, parla Raise «per vincere sarà importante il gruppo»

Una vita calcistica con il cuore diviso in due. Da una parte il Catanzaro con cui ha fatto tutta la trafila delle giovanili, ha esordito in Serie A e dove ha chiuso la carriera. Dall’altra parte il Lecce dove, appena arrivato per merito di Mimmo Cataldo, ha conquistato la promozione in serie A e ha giocato per 4 anni. Maurizio Raise, ala giallorossa dall’84 all’88, non ha mai dimenticato la sua avventura nel Salento e da allora è tifosissimo del Lecce e lo segue anche adesso che milita in serie C.
Maurizio, il Lecce affronta l’ennesimo anno di purgatorio, come vivi questo momento non felice per i colori giallorossi?
Non è sicuramente bello veder sfumare ogni anno il sogno di ritornare in serie B. Emblematico è quanto accaduto lo scorso anno dove siamo stati eliminati dall’Alessandria con un solo tiro in porta in due gare. Spero che quest’anno il gruppo sia forte perché non sono i nomi che fanno la differenza ma la coesione dello spogliatoio.
Hai giocato nel Lecce insieme a Robertino Rizzo, cosa pensi delle sue dimissioni?
Mi hanno sorpreso tantissimo. Roberto, oltre a essere un ottimo tecnico, è anche una persona eccezionale e se ha maturato tale decisione avrà avuto i suoi motivi. Da fuori non si può comprendere se ci siano stati degli attriti nello spogliatoio.
Tu sei stato allenato da Fascetti e da Mazzone e con entrambi hai raggiunto la serie A. Quanto è importante il ruolo dell’allenatore per gestire lo spogliatoio?
Tantissimo. Fascetti ci ha insegnato ad autogestirci non obbligandoci, per esempio, a seguire una dieta particolare quando pranzavamo insieme il mercoledì, il giorno in cui avevamo una doppia seduta di allenamento a Veglie. Eravamo noi a dover capire che non dovevamo eccedere. Mazzone poi mi ha cresciuto a Catanzaro e mi ha fatto esordire in A. Quando arrivò a Lecce a campionato in corso fu bravissimo a rimettere in piedi lo spogliatoio.
Qual è il tuo ricordo più bello in maglia giallorossa?
In verità sono stati due. Senza dubbio quando tornammo a Lecce il lunedì dopo Monza. Nessun tifoso sorprendentemente ci attese all’aeroporto, come accadeva sempre quell’anno, ma quando arrivammo a Lecce il fiume di gente era impressionante. Ci mettemmo tre ore per fare pochi chilometri con il pullman. Il secondo, in verità, è un ricordo brutto che poi si è trasformato in uno bellissimo. Dopo lo spareggio perso a San Benedetto venimmo contestati e mi fu chiesto da un tifoso di andar via da Lecce. Io però gli dissi che sarei andato via soltanto dopo aver riportato la squadra in serie A. E così avvenne l’anno dopo.
Torniamo oggi, il Lecce è atteso domani da una difficile trasferta nella tua città. Qual è l’atmosfera che dovrà attendersi la squadra giallorossa alla prima di Liverani in panchina?
A Catanzaro l’entusiasmo è rinato perché finalmente adesso c’è una società seria. Domani allo stadio ci sarà sicuramente una bella cornice di pubblico e sono convinto che sarà una partita ben giocata da entrambe le squadre. Il Catanzaro è una squadra con ottimi elementi lì davanti che dopo la vittoria a Bisceglie avrà sicuramente entusiasmo e più convinzione nei propri mezzi. Letizia e Falcone, che è un ex leccese, sono veloci e potrebbero mettere in difficoltà la difesa di Liverani. Anche il Lecce, però, ha tante carte da giocarsi in avanti anche se mancherà Di Piazza.
In conclusione, Maurizio cosa ti auspichi per domani?
Domani tornerò allo stadio dopo 3 anni e spero di godermi una bella partita, ma oltre non dico perché ho il cuore diviso a metà. Il mio desiderio è quello di potermi fare una foto con i tanti tifosi del Lecce che verranno in trasferta e con cui sono in contatto sui social network. Spero proprio che ciò sia possibile.