Cambiamento, rinnovamento, ambizione: sono le parole-chiave utilizzate dal candidato sindaco del centrosinsitra Carlo Salvemini che ieri sera ha incontrato i suoi sostenitori nella sala Bernini dell’hotel Tiziano di Lecce in compagnia del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Di seguito alcuni passaggi dell’intervento di Salvemini:
“Oggi chi vuole bene a Lecce chiede il cambiamento. Chi vuole bene a Lecce sa che dopo vent’anni un cambiamento può solo far bene alla città. Si è chiuso un ciclo: il centrodestra ha dato ormai tutto quello che poteva dare. A Palazzo Carafa si avverte stanchezza, mancano le idee nuove, mancano gli uomini in grado di garantire un rinnovamento”.
“Sbaglieremmo a descrivere gli ultimi vent’anni con parole liquidatorie. Lecce ha investito sul recupero del suo straordinario patrimonio artistico storico monumentale, valorizzandosi come meta turistica. Lecce oggi ha un appeal diffuso, è interessante da visitare, ha incrociato la voglia di numerosi visitatori di ammirarne le peculiari bellezze. Ma non basta: dopo aver abbellito la casa è tempo di occuparci di chi la abita. Una città diventa più attraente quando piace a se stessa, ai suoi cittadini, a chi la abita quotidianamente”.
La più importante vittoria politica del centrodestra leccese è stata quella di convincerci che Lecce non voglia cambiare. Noi dobbiamo combattere lo stereotipo della città immobile, rifiutare di rappresentare Lecce come la città della conservazione”.
“Ai leccesi dico che questa campagna elettorale è il momento giusto per alzare la testa, essere esigenti, coltivare ambizione. L’ambizione di vivere meglio. L’ambizione di questa città di creare opportunità attraverso servizi pubblici che funzionano. L’ambizione di non continuare a descriversi come una città governata da logiche clientelari, da favoritismi, da dinamiche di potere immodificabili. Noi Lecce la cambiamo a partire da noi stessi. La cambiamo se saremo capaci di dare a noi stessi l’opportunità di farlo”.