Dall’analisi del respiro si potrà predire il rischio di tumore. Grazie al progetto “Inside the breath” sostenuto dalla regione Puglia e dall’Università di Bari.
Potenziando questa tecnica diagnostica, il progetto “Inside the breath”, si propone di rilevare nel respiro molteplici patologie a carico del sistema gastro-intestinale, respiratorio, del sistema nervoso centrale e periferico, infezioni del tratto respiratorio, sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Osas), cancro della mammella, dell’apparato genitale, della prostata e cancro al colon retto, fino all’asma pediatrica.
Obiettivo finale è l’utilizzo, entro il 2018, della tecnica per eseguire screening di massa per la diagnosi precoce delle più diffuse patologie e carcinomi, con un approccio non invasivo: non più prelievi del sangue ma un solo soffio in un palloncino.
«Abbiamo sostenuto questo progetto sin dalla nascita – ha detto l’assessore regionale Loredana Capone – e adesso lo vediamo crescere e prepararsi non solo a conquistare fette di mercato, ma a semplificare la vita dei cittadini e delle cittadine della Puglia e del mondo. Poter ottenere una diagnosi precoce semplicemente soffiando è un’evoluzione straordinaria, è un dono dalla Puglia al mondo. In questo progetto la regione ha investito meno di 2 milioni di euro. Per questo – aggiunge – abbiamo chiesto alle imprese di fare ancora più ricerca. Oggi sono quasi 366 milioni gli investimenti già programmati in ricerca e sviluppo in poco più di un anno e mezzo”.
Grande soddisfazione è stata espressa dal rettore dell’Università degli studi di Bari, Antonio Felice Uricchio, che con il Dipartimento di Biologia, è partner del cluster Inside the Breath. “Questa iniziativa – ha dichiarato Uricchio – rappresenta la chiara testimonianza di quanto l’Università si collochi sul territorio come motore principale di generazione della conoscenza scientifica, messa a servizio delle imprese per co-progettare e sviluppare soluzioni utili a rispondere ad esigenze concrete dei cittadini. Il progetto cluster “Inside the Breath” intende mettere a punto una soluzione per l’indagine di screening non invasiva per la diagnosi precoce di malattie tumorali e non».
L’obiettivo è di raggiungere la mortalità zero nella neoplasia al colon retto. Ne è convinto il professor Donato Francesco Altomare, direttore dell’unità di Coloproctologia presso l’Università di Bari. «Non si tratta di una provocazione – ha detto Altomare – ma di una prospettiva concreta. Questo tumore se diagnosticato precocemente, può essere operato prima che degeneri con tecnica mininvasiva, annullando il rischio di mortalità».