Folla, caos, insofferenza e proteste quotidiane da quasi un mese nella sede Asl di Lecce in via don Minzoni. Dal 1° gennaio, ossia da quando ha chiuso lo sportello di San Cesario, gli uffici di Lecce rischiano di scoppiare.
Al piano terra del palazzo ex Inam di via don Minzoni si presentano ogni giorno dalle 100 alle 150 persone. Devono effettuare una serie di pratiche sanitarie che riguardano il nucleo familiare e l’assistenza. Dal cambio del medico all’esenzione del ticket.
Perché tanta concentrazione di utenti? E’ accaduto che lo sportello Asl di San Cesario, con il pensionamento dell’ultimo operatore il 31 dicembre scorso, ha chiuso i battenti.
La direzione ha
Allo sportello di San Cesario facevano riferimento gli utenti di Cavallino, Lequile, San Pietro in Lama, Lizzanello, San Donato, San Cesario, Monteroni.
Con il sovraccarico di lavoro sopraggiunto con il nuovo anno, gli unici 2 operatori di via don Minzoni non riescono a smaltire tutte le pratiche di ogni giorno. Si stima che al massimo possono sbrigare 10 – 15 operazioni per turno. Quindi ogni operatore, nelle 3 ore di apertura al pubblico (dalle 8.30 alle 11.30) riesce ad evadere non più di 40-45 pratiche. Le due postazioni perciò chiudono i conti con 60 -90 operazioni al giorno.
Una giovane mamma con il bambino di 5 mesi in braccio, per esempio, ha atteso per più di un’ora il proprio turno. Per fortuna l’impiegata che distribuisce i numerini all’ingresso, seleziona alcune priorità. Come una coppia che ha atteso meno di 15 minuti perchè la giovane donna era incinta. Per gli altri l’attesa media si aggira sui 90 minuti. Ma c’è anche chi ha fatto una coda di due ore e mezza. Dipende dalla complessità delle pratiche e dei nuclei familiari.
Agli sportelli di Lecce i numerini vengono distribuiti da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 11.30 e il pomeriggio di giovedì dalle 15.30 alle 17.30.
Dal 1° febbraio sla situazione dovrebbe tornare alla normalità. Dovrebbe riaprire, infatti, lo sportello della Asl di San Cesario. Speriamo bene.