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Giampaolo: “Voglio un Lecce capace di imporre il gioco: i tifosi saranno determinanti”

 

Lo chiamano il Maestro perché lui sa insegnare calcio. Ma col tempo questa è diventata un’etichetta scomoda. I suoi detrattori la utilizzano in maniera ironica, quasi a ricordare le sue otto retrocessioni nel palmares nel quale – è bene sottolinearlo – trovano spazio anche buoni risultati, come il 9° posto della Sampdoria nel 2019 e il 10° dell’Empoli nel 2016.

Manca da un po’ dai campi di calcio, esattamente dal 2 ottobre 2022, giorno in cui venne esonerato dai blucerchiati dopo una sconfitta con il Monza. “Due anni sono tanti – ammette – Ora ho voglia di allenare, sono molto motivato ed entusiasta. Come se iniziassi oggi”.

Diciamolo subito, a scanso di equivoci: per Marco Giampaolo l’avventura leccese non sarà e non potrà essere una passeggiata. Ha il compito delicato di far uscire la squadra dalle sabbie mobili della classifica e di riaccendere entusiasmo ad un ambiente depresso e che appare per certi versi inutilmente rassegnato – visto che la zona salvezza è appena lì, a un punto, e può contare su tre club – e a uno spogliatoio scollato.

Serviva un uomo di campo, ha chiosato il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino dopo aver dato il benservito a mister Gotti, dimenticando, tuttavia, di fare un autentico mea culpa per unica campagna acquisti deficitaria. Perché è innegabile il fatto che questa squadra appaia indebolita rispetto a quella della scorsa stagione. Lo dicono i numeri. Lo dice la qualità del gioco espresso dai suoi interpreti sul rettangolo verde. Ergo, al di là del valore aggiunto che si spera possa dare Giampaolo, serve un deciso intervento nella prossima finestra di calciomercato, con acquisti mirati e pronti all’uso, non certo utili a riempire una rosa quantitativamente extralarge.

Lo schema

Occorrono soprattutto giocatori funzionali al gioco di Giampaolo.

“Questa squadra è stata costruita in un certo modo”, spiega il neotecnico giallorosso. Salvo poi essere interrotto da Corvino che gioca d’anticipo: “Difesa a quattro, centrocampo a tre…”. “Se riferito agli attaccanti – aggiunge poi Giampaolo – parliamo di due ali e una punta”. Chiaro il riferimento ad un possibile 4-3-3.

Ma che si tratti di 4-3-3 o di 4-2-3-1 tuttavia poco importa se in campo non ci metti un po’ di cazzimma. E’ quello che chiedono i tifosi giallorossi. Che sanno bene quale sia la dimensione di una società di provincia come quella leccese. Non pretendono la luna. Non fanno proclami. Sono abituati ad altalene di categoria, tra A e B e, a volte, anche serie C. Chiedono solo chiarezza e certezze. E, soprattutto, attaccamento alla maglia giallorossa. Il resto è contorno.

Ma il Lecce visto nell’ultimo mese e mezzo è apparso senz’anima e senza idee, travolto dagli eventi, incapace di esprimere uno straccio di gioco, impotente in attacco, anonimo a centrocampo, perforabile in difesa.

“I calciatori prima di giudicarli bisogna allenarli – avverte – Adesso dovrò conoscere in maniera più approfondita i calciatori e capire quale direzione prendere”.

Nessun proclama, dunque, come si aspettava qualcuno. “Devo capire…”, continua a ripetere.

Gioco

“La mia idea è quella di giocare a calcio – afferma Giampaolo – E per giocare bene a calcio ci vogliono conoscenze e qualità tecniche. Io credo che la squadra non sia digiuna di qualità tecniche. Vogliamo fare anche la partita e non subirla, perché ti tocca pure subirla, e in quel caso ci devi saper stare in campo: per me un passaggio in più non è sprecato se ha un obiettivo”. strategico.

Tifosi

“Un ruolo determinante”, ha sottolineato Giampaolo, lo avrà il pubblico del Via del Mare. Caloroso e viscerale. “Ci sarà bisogno di un sostegno incondizionato – aggiunge – Le gare le vinci anche perché c’è un sostegno incessante capace di trascinare anche i giocatori in campo. Almeno fino al 95° minuto. Poi se la squadra non dovesse giocar bene potranno pure arrivare dei fischi di disapprovazione”.

Cambio di rotta

Quella di Giampaolo è stata una scelta che “va ben oltre alle difficoltà del momento”, ha spiegato il presidente Saverio Sticchi Damiani. C’era bisogno di ripartire con “un percorso più chiaro, con un’identità più precisa e definita”. “Ritenevamo fosse giusto cambiare – ha aggiunto il responsabile dell’Area tecnica Pantaleo Corvino – Non lo abbiamo fatto quando abbiamo perso 6 partite consecutive, ma ora era giunto il momento di cambiare rotta, con un nuovo timoniere, un capociurma. L’impresa è ardua”. Ma il premio è ghiotto: centrare la terza salvezza consecutiva nel campionato di serie A. Che significa entrare nella gloriosa storia del club giallorosso.

Foto a cura di Andrea Stella