LECCE – Nella mattinata di domenica, nel centro storico di Lecce, una volontaria che si occupa dei gatti di quartiere, ha notato l’assenza di “Cenerina”, una dei randagi che è solita accudire. La donna il giorno prima aveva sentito provenire dei miagolii dall’interno di un’abitazione disabitata, nella quale la povera gatta, peraltro gravida, era rimasta chiusa per quattro lunghi giorni senza cibo né acqua.
Verso le 12, la volontaria ha deciso quindi di contattare la Polizia Locale, che la richiamano dopo più di un’ora.
Intervenuti sul posto i Vigili del Fuoco intorno alle 14.30, hanno provato in tutti i modi ad aiutare Cenerina, senza però poter aprire la porta dell’abitazione perché proprietà privata.
La volontaria non si è arresa e ha contattato il coordinare della Regione Puglia del Partito Rivoluzione Animalista, Federica Greco, la quale si è recata sul posto. “Abbiamo ricominciato da capo con le chiamate alla Polizia Locale, l’attesa, ci è stato persino suggerito di contattare il Pubblico Ministero, per farci autorizzare ad entrare. – racconta Federica Greco – Proposta, inizialmente inconcepibile, perché non è possibile scomodare un Pubblico Ministero per il salvataggio di un gatto e come al solito si fa a scarica barile”. Il coordinare regionale, non soddisfatta della mancanza delle messa in atto della procedura di emergenza, ha quindi contattato i Carabinieri i quali sono finalmente intervenuti chiamando il Pubblico Ministero di turno che ha autorizzato i Vigili del Fuoco giunti sul posto, ad aprire la porta. Portata fuori, la spaventata Cenerina è stata controllata ed infine liberata. L’odissea del salvataggio è finita verso le 20 di sera.
Il coordinatore per la Puglia del Partito Rivoluzione Animalista, Federica Greco, dichiara: ha dichiarato “la vita di tutti gli animali deve essere tutelata, nessuno escluso. Questo è il nostro modo di agire!”
Un grazie, ovviamente, va alle Forze dell’Ordine ed ai Vigili del fuoco che sono intervenuti prontamente e con efficienza.
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Gattina in pericolo, ma nessuno interviene: “È un’odissea”
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