Covid, cibi e sorrisi all’ospedale Pediatrico di Bari
BARI – Donati i pacchi della solidarietà agli eroi anti Covid che si occupano dei piccoli degenti dell’Ospedale pediatrico Giovanni XXIII, con 250 chilogrammi di frutta, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero dagli agricoltori di Campagna Amica con il valore della ‘restituzione’ a quanti da mesi sono in prima linea contro la pandemia. E’ il gesto simbolico di Coldiretti Puglia, partito nelle ultime ore con la distribuzione di 38mila chili di cibo made in Italy, l’iniziativa di solidarietà promossa dagli agricoltori per aiutare a combattere le nuove povertà e offrire ai più bisognosi attraverso i Servizi Sociali dei Comuni e gli enti caritativi un Natale sereno.
Un contributo determinante al raggiungimento dell’obiettivo è venuto dal management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari a favore di una operazione di solidarietà importante per gli agricoltori e per i tanti cittadini che in questo momento si trovano in difficoltà anche per mangiare.
“Il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza non resti limitata a questa occasione ma diventi un fenomeno strutturale. Con la spesa sospesa abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche”, ha spiegato il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni, al personale medico e infermieristico.
Tutti i cittadini che fanno la spesa nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica diffusi lungo la Penisola possono decidere di donare cibo e bevande alle famiglie più bisognose sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. In questo caso si tratta però di frutta e verdura, ma anche pasta fatta con grano 100% italiano, salumi e legumi delle aree terremotate di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria, olio extravergine d’oliva a Denominazione di origine protetta (Dop), pecorino dei pastori sardi e altri generi alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero che gli agricoltori di Campagna Amica andranno a consegnare gratuitamente alle famiglie bisognose sul territorio italiano. A beneficiarne saranno soprattutto quei nuclei di nuovi poveri “invisibili” che, proprio a causa del repentino peggioramento della propria condizione economica, non sono stati ancora integrati nei circuiti “ufficiali” dell’assistenza.
Si tratta – spiega la Coldiretti – della più grande offerta gratuita di cibo mai realizzata dagli agricoltori italiani per aiutare a superare l’emergenza economica e sociale provocata dalla diffusione del coronavirus e dalle necessarie misure di contenimento.
In Puglia è stato registrato il 40% di aumento delle richieste di aiuto di oltre 200mila affamati che sono costretti a chiedere aiuto per mangiare. Il problema alimentare non riguarda solo il terzo mondo – aggiunge Coldiretti Puglia – ma anche i Paesi più industrializzati dove le differenze sociali generano sacche di povertà ed emarginazione. La nuova ondata di contagi non limita solo la convivialità durante le feste di fine anno ma ha anche peggiorato la situazione di quanti si trovano in uno stato di precarietà. Tra le categorie più deboli degli indigenti in Puglia si contano 30mila bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno bisogno di essere assistiti.
A preoccupare è anche la fascia di anziani over 65 soli in condizioni di povertà assoluta – aggiunge Coldiretti Puglia – che vedono aggravarsi la propria condizione di isolamento anche a causa delle misure contenute nell’ultimo dpcm che limitano gli spostamenti per Natale e Capodanno e alla possibilità di passare le feste in compagnia.
Fra i nuovi poveri – sottolinea la Coldiretti regionale – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà si presentano persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche e ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto perché padri e madri non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi per la prima volta in questo tipo di difficoltà.
La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari – insiste Coldiretti – che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.
Le iniziative solidali sono tanto più importanti considerato che l’avanzare dell’emergenza coronavirus negli ultimi tre mesi ha fatto salire di oltre un milione i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dalla pandemia e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. Una catastrofe sociale senza precedenti dal dopoguerra contro la quale – conclude la Coldiretti – è importante garantire interventi anche sul piano alimentare a chi si trova in difficoltà.