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Agenzie di Pubblicità, Sos al sindaco Salvemini

LECCE – Il sindaco Carlo Salvemini è il protagonista, suo malgrado, di alcuni manifesti che campeggiano in diverse zone della città di Lecce. La trovata è stata dell’Associazione Nazionale Operatori Pubblicità e Comunicazione di Lecce (Anopec) che da tempo chiede al primo cittadino del capoluogo leccese di confrontarsi sull’attuale regolamento comunale, in contrasto – secondo l’Associazione – con il piano pubblicità che metterebbe a rischio chiusura le agenzie di pubblicità.
“Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica, i media e la pubblica amministrazione – sottolinea la presidente Mirella Sanità – sulle difficoltà di un comparto che in questi ultimi dieci anni oltre ad aver sofferto per la crisi che investe il nostro paese, ha dovuto fare i conti con amministrazioni, come quelle guidate dal sindaco Perrone, che grazie al suo assessore Monosi hanno istituito nuove tasse e nuovi balzelli che hanno finito per sfiancare le Agenzie di Pubblicità, ed in particolar modo le Concessionarie di spazi pubblicitari”. Risultato? “Buona parte di queste Aziende hanno chiuso i battenti, altre si sono dovute ridimensionare, altre riconvertire, con gravi danni per le imprese e con la perdita di tanti posti di lavoro”.
Sui poster affissi dall’Associazione campeggia una vignetta dove un Dracula assetato di sangue – che vuol simboleggiare l’Ufficio Tributi) del Comune – viene bloccato da un perentorio interrogativo del sindaco Salvemini. “Così come auspicato nella vignetta si spera accada nella realtà che questa Amministrazione si dimostri capace di interloquire con le aziende del territorio e venga incontro alle esigenze di queste ultime”.
Già nello scorso ottobre 2019 l’Anopec aveva chiesto al sindaco Carlo Salvemini di prender parte alla discussione sul Regolamento comunale per evitare ulteriori situazioni definite “contraddittorie”, come l’indicazione degli impianti pubblicitari ritenuti abusivi fino ad arrivare all’attuale contestazione delle tasse inerenti l’affissione di manifesti pubblicitari. Dopo la provocazione dell’Anopec la vicenda è destinata a riaprirsi.