Provinciali: tutti contro tutti. O quasi…
LECCE – Lo scontro politico per le provinciali si inasprisce con il passare dei giorni, anzi delle ore. Come nelle peggiori tradizioni elettorali. Eppure il test per le provinciali è di secondo livello. Perché la Provincia è di secondo livello. Non decidono gli elettori, ma gli amministratori. Si vota ancora con l’abiurata (e sempre in piedi) riforma Del Rio. Ma la data inizia a diventare ballerina. Non è ancora scartata quella del 31 ottobre ma il presidente uscente Antonio Gabellone prende tempo. Avrebbe dovuto firmare l’apposito decreto entro il 21 settembre, ma non l’ha fatto. “Il termine non è perentorio – ha precisato – Aspettiamo la pubblicazione del decreto mille proroghe approvato dal Governo: va letto con molta attenzione e attuato in maniera precisa per evitare di incorrere in errori”.
Una dichiarazione che ha scatenato la dura reazione dei Cinquestelle: “Gabellone non deve valutare nulla. Quello che dichiara è gravissimo – tuona l’onorevole Diego De Lorenzis – L’articolo 1 comma 2 del decreto Milleproroghe è chiarissimo – afferma l’onorevole Diego De Lorenzis – Non c’è bisogno di alcuna interpretazione o valutazione personale. Avrebbe dovuto già entro il 21 settembre convocare le elezioni, ma affermare pubblicamente che lui possa ignorare una legge dello Stato è inaccettabile. È evidente che cerca di guadagnare tempo forse per ‘spartirsi’ poltrone, alle spalle dei cittadini senza più alcuna voce in capitolo, in equilibrismi improbabili tra partiti ma tale arroganza induce anche a immaginare che potrebbero esserci anche altri interessi”. De Lorenzis tira in ballo altre questioni, non propriamente politiche. “Non vorrei – attacca il deputato dei Cinquestelle – che questa norma avesse scombinato qualche piano poco evidente all’opinione pubblica: non sarebbe la prima volta in Italia che alcune nomine o assunzioni attraverso concorsi “cuciti ad hoc” dagli enti pubblici e dalle loro partecipate, avvenissero come la partitocrazia da prima Repubblica era solita emanare a fine mandato. Assurdo pure che queste dichiarazioni avvengano dopo l’incontro con il prefetto che immagino abbia ribadito oltre alla sue estraneità per competenza, anche la necessità di rispettare la legge”. “E’ un errore – aggiunge il coordinatore di Puglia Popolare Luigi Mazzei – non rispettare i dettami di una legge. Sul sito nazionale dell’Upi è indicato il calendario degli adempimenti: a chi giova violarlo?”. Ecco perché tutto è in alto mare. Anche la data del 31 ottobre. Domani dovrebbe riunirsi l’atteso tavolo del centrodestra. Il condizionale è d’obbligo perché anche in questo caso – tutti attendono la mossa del presidente Gabellone che continua a flirtare con il Pd alla ricerca di una candidatura unitaria. “Poiché il governo non ha modificato l’assetto delle province – spiega il Presidente – è necessario ragionare su altri aspetti. Le criticità dell’Ente sono forti. E allora perché non individuare una candidatura di garanzia capace di superare questo difficile momento?”. Una propost bipartisan, insomma. Ma l’apertura verso altre forze politiche al momento si è rivelata un flop. Resta ancora in piedi intanto la candidatura del sindaco di Squinzano Gianni Marra lanciata da Forza Italia e quella del sindaco di Nardò Pippi Mellone, sostenuto da buona parte della Lega e da Puglia Popolare. Nel frattempo da Leu – che ieri ha chiamato a raccolta i suoi amministratori – arrivano altre bordate all’indirizzo dei dem “È necessario ristabilire un’alleanza di centrosinistra capace di ridisegnare una nuova piattaforma programmatica alternativa al blocco del centro destra – afferma il coordinatore provinciale Salvatore Piconese – per questo chiediamo la convocazione del tavolo del centro sinistra n vista delle elezioni provinciali 2018 e l’azzeramento di tutte le candidature (o autocandidature) emerse nelle ultime due settimane sulla stampa”.
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