Migranti al museo: “Pugliesi cittadini di serie B”
LECCE – Prosegue il dibattito, piuttosto rovente, in particolare sui social, sulla scelta della Regione Puglia di assumere trenta migranti e rifugiati residenti tra Lecce e Brindisi ed impegnarli nella progettazione di nuovi percorsi di visita all’interno del Museo provinciale Castromediano di Lecce. Sul tema è intervenuto oggi Severo Martini di Forza Italia; “ Ho letto di tutto, compreso che chi è contro questo progetto, sarebbe stato tacciato di essere razzista, insomma i carnefici sarebbero quelli che sono rimasti fuori dal progetto, cioè i cittadini. Premetto che il mio intervento non è contro gli immigrati, ma in difesa dei cittadini residenti che, dopo anni di studi e sacrifici per conseguire la laurea in Conservazione di Beni Culturali, pagando le tasse in Italia, si ritrovano fuori dal progetto addirittura perché non stranieri. A me sembra a dir poco assurdo. Siamo davvero allo sbando e questo grazie alle scelte politiche di Emiliano e della sua assessora Loredana Capone che, piuttosto che tutelare i pugliesi, li tratta come cittadini di serie B”.
“Il progetto, al quale la Provincia presta solo l’immobile non potendosi esimere – aggiunge il Responsabile regionale alla Sanità di Forza Italia – è un progetto interculturale, ben venga l’intercultura in un paese in cui però la disoccupazione è una grande piaga sociale, mi sembra che però questo tipo di scelte siano quanto meno discutibili, considerato che non fanno che alimentare lo sdegno e quindi la rabbia nei residenti, che si ritrovano addirittura escludendoli da progetti che di culturale, scusate, hanno oggi solo la cultura dell’esclusione e, colpo di scena, questa volta degli stessi cittadini. La Regione dovrebbe smetterla di fare scelte scellerate sulle spalle dei pugliesi e prendere definitivamente atto della disfatta politica, economica e sociale delle sue azioni di governo che hanno portato solo disagi e povertà, soprattutto nel Salento”.
A difendere il progetto è Cesare Liaci, presidente di CoolClub.it, vicepresidente del Distretto Produttivo “Puglia Creativa”, responsabile della Rete Territoriale di Lecce: “Il progetto, sperimentale e innovativo, vuole promuovere la formazione, la partecipazione e l’interazione con le comunità straniere residenti in Puglia e rendere più accessibili a tutti i luoghi della cultura. ‘Attraverso un processo di formazione e rafforzamento delle competenze degli operatori museali e dei mediatori culturali, i migranti e rifugiati saranno coinvolti nella co-progettazione di nuovi percorsi di visita e narrazione dei Musei’, si legge nella presentazione. Purtroppo però, oltre alla mancata comprensione del testo e delle finalità del progetto, quello che si denota nello striscione che campeggi all’ingresso del Museo, come in molti degli interventi letti sui social, è un razzismo strisciante”.