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Un’agricoltura senza fitofarmaci è possibile

NARDÒ- È possibile oggi fare agricoltura e produrre cibo sufficiente proteggendo la biodiversità, rispettando l’ambiente e la salute umana. È questo il tema del convegno Prospettive per un’agricoltura sostenibile, in programma domani, sabato 9 dicembre, alle ore 17 presso il Chiostro dei Carmelitani (corso Vittorio Emanuele) di Nardò nel quale Domenico Prisa, esperto in biotecnologie agroindustriali vegetali e microbiche noto in tutto il mondo, illustrerà le grandi potenzialità dei microrganismi in agricoltura e spiegherà l’importanza di modificare i cliché culturali e di imparare a reinserirsi nei cicli naturali da cui stiamo drammaticamente uscendo. Si tratta di un momento di confronto che sarà aperto dall’intervento del medico Carlo De Michele, che illustrerà i rapporti tra uso di fitofarmaci, pesticidi, diserbanti e la salute umana, e moderato dal presidente di Csv Salento Luigi Russo. Interverrà anche l’assessore allo Sviluppo Economico e all’Agricoltura Giulia Puglia.

Fenomeni come il disseccamento degli ulivi, ma anche le epidemie che interessano di volta in volta colture diverse come kiwi, agrumi, castagne, nocciole, non sono catastrofi naturali ma il segno di gravi errori umani determinati dalla volontà di perseguire facili guadagni. La difesa da agenti patogeni non può essere vincente se non rispettando e incrementando le naturali difese immunitarie, così per il mondo vegetale come per quello animale. La fertilità non è un’invenzione dell’industria agrochimica, ma è la condizione naturale, realizzatasi nel corso di milioni di anni, che ha permesso la vita sulla terra. Oggi noi paghiamo il costo di interventi agroindustriali universalmente diffusi che hanno pesantemente intaccato gli equilibri naturali. In particolare, molte colture hanno visto ridursi le capacità di difesa naturale a causa dello stress produttivo artificialmente forzato mandando in crisi diversi settori agricoli. Finché è possibile, è necessario assumere comportamenti agricoli che non solo rispettino le necessità alimentari ed economiche ma che restituiscano alla terra la sua naturale fertilità.